Una nuova esposizione en plein air ha investito in questi giorni la città di Nizza. Si tratta in realtà della seconda parte di Agapè la mostra che vede le opere di Andrea Roggi trasferirsi dalla Collina del castello all’iconica Promenade des Anglais. Abbiamo intervistato l’artista proprio davanti alla scultura che campeggia accanto alla scritta I Love Nice sul Quai Rauba Capeu, il punto più panoramico e simbolico della città.
L’artista è rappresentato a Nizza dalla galleria Momentum e gli abitanti della città conoscono le sue opere per averne già viste di esposte en plein air, ma non tutti sono a conoscenza del fatto che il loro artefice è un artista italiano.
Noi gli abbiamo chiesto dapprima cosa significa per lui esporre qui in questo luogo iconico.
Ascolta l’intervista ad Andrea Roggi
Nizza culla dell’arte
Andrea Roggi: Bene, grazie per questa opportunità. Mi fa molto piacere essere qui a Nizza perché è una città veramente splendida e più tempo ci passo e più mi innamoro di questo luogo speciale. Qui si respira l’arte, stando qui viene voglia di creare. E essere qui proprio sulla Promenade è ancora più importante perché è un luogo straordinario dove molte persone potranno fruire del messaggio che cerco di dare e che mi auguro possa arrivare a più persone possibili.
Antonella Fava: Che cosa la lega alla città di Nizza? Perché proprio qui? c’è un legame particolare con la Costa Azzurra?
AR: Questo luogo ha sempre attirato gli artisti, da diverso tempo tanti artisti sono venuti qui a creare attratti da questa terra fatta di mille colori. Guardiamo solo il mare, quanto è forte, quanto intenso questo colore e tutto intorno ugualmente nelle colline, tutto ha questa forza vitale che in pochi altri posti del mondo si trova.
AF: Matisse tra tutti si innamorò di questa luce, soprattutto i pittori… sappiamo che lei è stato anche pittore, anche se forse adesso si dedica soprattutto alla scultura.
Dal disegno alla fusione
AR: Sì, in realtà sono partito con la pittura perché era un po’ più facile per me a livello economico perché i miei facevano i contadini quindi era un po’ complicato reperire tutte le attrezzature che servono per la fusione. Poi piano piano, piacendomi queste tre dimensioni dell’arte, mi sono avvicinato e ho costruito un po’ tutta l’attrezzatura, infatti alla fine adesso nel mio studio realizzo interamente le opere dall’inizio, dalla creta, anzi dal disegno fino poi all’oggetto finito in bronzo. Tra l’altro facciamo anche la fusione all’interno del laboratorio, abbiamo sviluppato una tecnica nuova che io utilizzo per creare il mondo, queste sfere o questi cerchi e l’abbiamo chiamata fusione dinamica perché è una cosa nuova che facciamo solamente lì. Con questa tecnica si riesce a creare una struttura, il metallo è molto più organico e si avvicina di più al concetto della terra.
Le sculture monumentali
AF: Passando a parlare delle sue opere, non possiamo non notare l’importanza di quelle in scala monumentale, tra l’altro abbiamo avuto personalmente il piacere di visitare la splendida esposizione del 2019 lungo le mura di Lucca. Quanto del simbolismo delle sue opere che raffigurano spesso degli alberi, degli elementi naturali, le rende particolarmente adatte all’esposizione en plein air?
AR: Sono adatte per quanto il materiale, il bronzo che utilizzo riesce a essere estremamente versatile per l’esterno quindi non avrà problemi sia vicino al mare sia negli agenti atmosferici estremi, utilizzo il bronzo perché rispetto ad altri materiali ha meno limiti. Si riescono a fare anche cose più grandi perché in realtà nell’arte è importante l’idea, ma anche la dimensione ha il suo peso: un’opera più grande avrà più forza per il messaggio che diamo.
Il simbolismo delle opere di Andrea Roggi
AF: Non possiamo non notare che si tratta di alberi, molti – vedendo anche le reazioni dei cittadini di Nizza a questa scultura – sono stati colpiti dall’ulivo che è un simbolo della Toscana e un simbolo anche di Nizza e della Costa Azzurra. Il fatto che si tratti di alberi, di elementi naturali posti all’aperto ha comunque una valenza simbolica importante.
AR: Sì in realtà noi quando guardiamo la scultura vediamo l’albero ma in realtà nella mia idea l’albero è un po’ un pretesto. Io immagino che noi dovremmo comportarci come gli alberi, ecco perché rappresento l’uomo e la donna o le figure come il tronco dell’albero che poi viene collegato dalle radici che dovrebbero rappresentare tutto il nostro passato, il meglio del nostro passato, quello che diciamo i nostri predecessori ci hanno lasciato di più importante nell’arte, nella cultura per poi riassorbirlo come tronco. Ma il nostro dovere è quello di trasformarlo, trasferirlo alle nuove generazioni che nel mio caso vengono rappresentate dalle olive, le olive dorate hanno questa funzione di rappresentare i nostri figli e le generazioni che arriveranno. Sperando che gli possiamo lasciare il meglio del meglio.
Dalla città allo spazio
AF: Abbiamo parlato di misure in scala monumentale ma noi sappiamo che lei si è dedicato un po’ a tutti i tipi di scultura, creazione di premi e persino una medaglia commemorativa di una missione dello Space Shuttle. Ci racconti qualcosa di questa commissione speciale un po’ particolare…
AR: Sì è stata una collaborazione con un istituto tecnico della mia zona, io sono di Castiglione Fiorentino di Arezzo e per un periodo c’è stata questa collaborazione con Cape Canaveral e con la missione 84 e quindi è venuto fuori di creare un oggetto da poter poi spedire insieme alla navicella nello spazio.
AF: Ah quindi la medaglia è salita nello spazio sullo Space Shuttle. Adesso sappiamo che è lì esposta a Cape Canaveral.
AR: Sì sì sì, una copia di questa è lì.
Il mondo come convivio
AF: Tornando all’esposizione attuale di Nizza, ci dica qualcosa di più, Agape questo titolo fa riferimento a un banchetto.
AR: Sì, fa riferimento all’idea del mondo, dell’amore che dovrebbe cambiare il mondo. In realtà la scultura che vediamo è un po’ la cornice della vera scultura. La vera scultura in questo caso è la piccola sfera. La piccola sfera immagino che sia l’energia della vita e quindi ho creato questa sfera, dando il colore dell’oro perché la gente gli dia molta importanza. Spesso quando espongo anche in città opere di dimensioni monumentali, insieme alle cinque sculture grandi, ho esposto anche la piccola sfera, solamente la piccola sfera dorata messa su una colonna per richiamare l’attenzione a questo concetto che è il filo conduttore di tutte le altre sculture che faccio. Questa semplicità della vita, la magia della vita cui dovremo avvicinarsi sempre di più.
Un messaggio positivo
AF: L’ultima domanda riguardava appunto il simbolismo di queste opere, ci ha già ampiamente risposto. Notiamo la ricorrenza del cerchio, della sfera, sono tutti simboli piuttosto intensi, profondi e anche questa unione se vogliamo di materiali diversi perché c’è l’essere umano, il mondo vegetale rappresentato dagli alberi e il mondo minerale insomma il messaggio è proprio questa unione.
AR: Le mie sculture tutte quante hanno un messaggio positivo perché di messaggi negativi ne abbiamo già fin troppi che ci arrivano addosso e ci opprimono, quindi che la vita sia una cosa meravigliosa comunque è importante che si continui a dire, perché lo è.
AF: Allora grazie mille, ringraziamo Andrea Roggi che ci ha raccontato di questa esposizione che continuerà, ricordiamo, fino al 15 dicembre esatto?
AR: Sì, sperando che possa essere continuata perché sarebbe straordinario per me poter rimanere ancora di più nella Ville de Nice perché la città è veramente straordinaria.
Ringraziamo ancora Andrea Roggi, ricordando tra i prossimi eventi di cui sarà protagonista la prossima settimana a Siracusa la presentazione di un altro albero della vita. A Siracusa infatti ci sarà il G7 dell’Agricoltura 2024 e questa scultura dovrebbe diventare il simbolo di questa manifestazione.