Chema Madoz, i sogni segreti degli oggetti
Chema Madoz è un fotografo spagnolo che dagli anni 80 dà forma ai suoi sogni in bianco e nero. Quella che compie è una specie di opera di interpretazione dei sogni degli oggetti. Essi hanno tutti un messaggio segreto da consegnarci che è lì, intelligibile se solo sappiamo leggerlo tra le pieghe della realtà.
Gli oggetti di Chema Madoz ci parlano dunque nel loro linguaggio onirico, attraverso il quale essi si immaginano essere altro da sé. Il mondo in cui vivono è verosimile, proprio come nei sogni, ma la dissonanza cognitiva che si crea aspetta in qualche modo il loro risveglio. O forse il nostro.
Gusto scientifico e decodificazione
La capacità dell”artista di svelare il vero volto delle cose non è priva di un certo gusto scientifico, che attraverso la ricerca quasi ossessiva di precisione oppone la ricerca dell’armonia al disordine del reale. Simmetria delle inquadrature, uso pulito della luce, purezza delle forme, i suoi oggetti giocano con universi possibili e impossibili, con mondi non ancora esistenti, con realtà tanto sorprendenti quanto inutili. Proprio come nei sogni.
La sua è, si potrebbe dire, una fotografia analitica. Si tratta infatti di scomporre gli oggetti fino a trovare gli atomi semantici che ci permettono di scoprire la relazione essenziale che li lega tra loro.
A chi li osserva spetta di riconoscere le connessioni necessarie per unire le idee, che solo l’analisi ha portato alla luce. Una volta trovate, le sue immagini hanno spesso l’aspetto di una grande tautologia: ci si sorprende per la sensazione di meravigliata ovvietà che esse innescano.
Gli elementi con cui molte delle sue immagini giocano sono oggetti reali, fisici, ma stranamente irriconoscibili, che ci chiedono di decodificare la loro anomalia in chiave logica. È dalla razionalità surreale che le fotografie di Madoz traggono ispirazione.
Astrazione, bianco e nero e liberazione
È sottraendo gli oggetti dal loro luogo naturale, dalle relazioni che intrattengono con il resto delle cose che Madoz permette agli oggetti di rivelare la loro essenza più profonda, quella che di solito ci è nascosta. Questa astrazione-separazione è sottolineata dall’uso del bianco e nero: le fotografie di Madoz separano gli oggetti, fin dall’inizio, dal loro colore.
Gli oggetti di Madoz godono così di un giorno libero per vivere altre vite improbabili e transitorie, per sorprenderci con qualità di cui non eravamo a conoscenza. Nelle istantanee di Madoz, gli oggetti si ribellano alla condanna di essere solo utili. E sono liberi di sognare di essere qualcos’altro.