Il Palais Lascaris a Nizza
Il Palais Lascaris, situato nel cuore del Vieux Nice, è il monumento più notevole del barocco civile nizzardo, con la sua scalinata monumentale, i suoi affreschi e i suoi saloni lussuosamente decorati. Insieme a una dozzina di edifici religiosi situati nelle vicinanze, forma un gruppo eccezionale che dimostra le fasi successive dello sviluppo dell’architettura barocca dall’inizio del XVII alla fine del XVIII secolo.
La famiglia Lascaris-Vintimille
Il palazzo è stato edificato a metà del XVII secolo da una delle prime famiglie della nobiltà nizzarda, i Lascaris-Vintimille. La famiglia Lascaris-Vintimille contava molti cavalieri e dignitari dell’Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, meglio conosciuto come Ordine di Malta.
Rimase loro proprietà fino alla rivoluzione. Messo in vendita nel 1802, subì poi gravi danni. Acquistato dalla città di Nizza nel 1942, è stato classificato come monumento storico pochi anni dopo. I lavori di ristrutturazione iniziarono nel 1963 e si conclusero nel 1970, anno in cui il Palazzo fu definitivamente aperto al pubblico come Museo Municipale.
La collezione del Palais-Lascaris
La collezione permanente è incentrata sui secoli XVII e XVIII e comprende dipinti e opere di arte grafica, sculture, mobili e oggetti d’arte, arazzi di Aubusson e delle Fiandre. Il Palais Lascaris ospita anche una notevole collezione di strumenti musicali antichi provenienti dal lascito di Antoine Gautier, ricco notabile nizzardo che la donò alla città di Nizza nel 1904. Abbracciando un ampio lasso cronologico dal XVI all’inizio del XX secolo questa collezione evoca e illustra un lungo periodo di storia della musica.
Si tratta della seconda più grande collezione pubblica in Francia dopo il Musée de la Musique di Parigi e una delle più grandi in Europa. Nel 2013, il Museo ha ricevuto anche un prestigioso deposito dall’Institut de France: la collezione di strumenti musicali appartenuta a Gisèle Tissier-Grandpierre, famosa arpista e amica di Gabriel Fauré.
Il vestibolo e lo scalone
L’insieme composto dal vestibolo d’entrata e dallo scalone d’onore che lo prolunga con un bell’effetto scenografico è una delle più belle riuscite dell’architettura barocca nizzarda e una delle principali illustrazioni dell’influenza artistica genovese nel XVII secolo. Sulle volte del soffitto figurano le insegne della famiglia Lascaris-Vintimille con il loro motto “nec me fulgurat”, che significa “il fulmine non mi colpisce”. La decorazione che in origine ricopriva anche i muri è stata realizzata da degli artisti anonimi della scuola genovese verso la fine del XVII o l’inizio del XVIII secolo.
Lo scalone è completato da balaustre scolpite e statue in marmo rappresentanti Marte, Venere e un busto di Bacco. Il primo piano del palazzo è occupato da sale dai soffitti ribassati. Ospitava gli appartamenti privati dei membri della famiglia del conte Lascaris. Queste sale ci sono pervenute prive di decorazioni e sono oggi dedicate alla presentazione di esposizioni temporanee.
Il piano nobile
Al piano nobile da una parte e dall’altra dello scalone monumentale si sviluppano gli appartamenti di ricevimento. Costituito da stanze più alte e spaziose che il resto della dimora questo piano conserva dei decori a soffitto risalenti al XVII secolo realizzati da pittori della scuola genovese e da stuccatori lombardi, che illustrano i fasti del periodo barocco. Dal lato della rue Droite troviamo il salone detto “della caduta di Fetonte” attribuito a Gio Batta Carlone di Genova. Questo episodio mitologico era rappresentato molto frequentemente nelle residenze dell’aristocrazia ligure le cui famiglie si consideravano discendenti da questo sfortunato eroe.
Vi troviamo poi il “salone di Venere e Adone” chiamato così per l’iconografia del suo soffitto. Vi si trova infatti un dipinto ad affresco attribuito a Gio Andrea Carlone che raffigura la dea Venere e il suo giovane amante Adone su un carro d’oro condotto da Mercurio. La loro storia tragica è completata da due medaglioni inseriti in un’architettura trompe-l’oeil.
Una stanza con il soffitto affrescato da Psiche che entra all’Olimpo precede l’alcova che presenta una chiusura con cariatidi e statue attribuite alla cerchia di Filippo Parodi di Genova.
Sull’altro lato rispetto allo scalone si trovano le stanze che fanno da anticamera alla cappella. Questa possiede un soffitto rialzato con stucchi dorati attorno ad un dipinto ad affresco rappresentanti La saggezza che sfida il tempo e la morte. Degli intarsi ornamentali barocchi sono stati disposti in modo da suggerire la presenza dell’altare che fu asportato da questa cappella domestica.