1951. Nasce l’inespugnabile deposito di Zio Paperone, perennemente attaccato dalla banda Bassotti. Ma esiste davvero?
Il deposito di Zio Paperone, che troneggia a Paperopoli sulla Collina Ammazzamotori ha avuto nel tempo molte materializzazioni. Apparso in numerose storie, ne è stato spesso il protagonista, oltre che l’oggetto di innumerevoli assalti, soprattutto da parte della Banda Bassotti. Ma forse non tutti sanno che ne esiste una planimetria dettagliatissima e che c’è chi ha proposto di realizzarne una copia proprio in Italia!
Un’invenzione di Clark Barks
Il deposito di Paperon de Paperoni fu ideato dall’americano Carl Barks (1901-2000) e nell’immaginario disneyano domina la città di Paperopoli dall’alto della Collina Ammazzamotori (così chiamata per la sua forte pendenza) sin dal lontano 1902.
Residenza, ufficio e cassaforte
Compare per la prima volta nella storia Paperino e la ghiacciata dei dollari (1951) il cui titolo originale è proprio The Big Bin on Killmotor Hill. Lungo la sua evoluzione è stato la residenza di Paperone, il suo ufficio, o “solo” il magazzino di ben tre ettari cubici di denaro!
La planimetria del deposito di Zio Paperone
Attraverso le storie che lo vedono protagonista si può ricostruire la storia, la forma e la planimetria dell’edificio in modo non sempre univoco, ma abbastanza dettagliato. Costruito da Paperon de Paperoni al posto del Forte Paperopoli per immagazzinarvi il suo denaro, fu progettato da Frank Lloyd Drake, il cui nome è una parodia di Frank Lloyd Wright (1857-1959), un architetto realmente esistito.
L’interno
Il suo elemento caratteristico è la gigantesca Camera di Sicurezza in cui sono conservati i tre ettari cubici di denaro in cui Zio Paperone è solito fare i suoi tuffi dal trampolino e le sue nuotate. La massa di monete, banconote e sacchi di denaro raggiunge un’altezza di circa 30 metri (99 piedi).
Le varie stanze
Altri ambienti sono sempre presenti come la Stanza delle preoccupazioni. A partire da un certo momento in poi il deposito diventa anche l’ufficio di Paperone e la sua residenza. Vi si trovano inoltre la camera del maggiordomo Battista, l’ufficio della segretaria Miss Paperett, una biblioteca e la sala dei tesori recuperati da Paperone durante le sue avventure. Tra questi il diamante più grosso del mondo, parte del tesoro di re Creso e la pepita uovo d’Anatra.
La ricostruzione di Don Rosa…
In occasione della storia celebrativa del 2001 Bassotti contro il deposito il fumettista statunitense Don Rosa (1951) ha realizzato dei dettagliatissimi progetti dell’edificio, con la sezione degli undici piani (più il pianterreno) del deposito, che si innalzano parallelamente alla gigantesca piscina di contante.
…estremamente dettagliata…
Il dettaglio si spinge fino a indicare l’esatta posizione della Numero Uno, la famosa prima moneta guadagnata da Zio Paperone, del cannone con cui accoglie gli ospiti e ovviamente della piattaforma da cui si getta tra il denaro.
…e quella fatta con i Lego
Nel 2015, sulla base di questi elaborati progettuali venne realizzata una riproduzione con mattoncini Lego esposta poi a una convention Lego Con a Las Vegas, che venne poi autografata dallo stesso Rosa.
L’esterno del deposito
All’esterno la costruzione si presenta come un cubo, che nella versione italiana risulta convesso ai lati, un solo ingresso sul lato principale, una cupola semisferica con un radar e un pennone su cui vengono issate bandiere di vari colori, indicanti gli umori di Paperone. Le pareti esterne sono dipinte di blu intenso ad esclusione delle quattro facciate e dell’immenso simbolo del dollaro che si trova intagliato sul lato frontale dell’edificio, tinteggiato in giallo e rosso.
Un deposito inespugnabile
Raggiungere l’interno del deposito è pressoché impossibile: solo i Bassotti riescono talvolta nell’impresa. Anche la fattucchiera Amelia ci riesce a volte, grazie alla magia; ma queste imprese alla fine si rivelano sempre dei fallimenti.
La Banda Bassotti
Già dalla prima storia nella quale compare, Paperino e la ghiacciata dei dollari il deposito è oggetto delle mire della Banda Bassotti. Comparsi per la prima volta nella storia Paperino e la banda dei segugi, scritta e disegnata da Carl Barks nel novembre del 1951, iniziano da quel momento un’interminabile partita a “guardie e ladri” con Zio Paperone.
Le matricole
Di questi cani antropomorfi non si conoscono i nomi, ma solo le matricole carcerarie che portano scritte su delle targhette gialle. Il numero di matricola dei Bassotti è sempre costituito dalla sequenza 176 seguita da un’inversione, permutazione o ripetizione delle cifre. I componenti della banda variano da storia a storia, in quelle più recenti di solito sono tre.
Le mascherine
I Bassotti non tolgono quasi mai le loro mascherine, che nelle loro intenzioni dovrebbero renderli irriconoscibili. Il loro abbigliamento è costituito da maglie rosse a maniche lunghe, pantaloni blu, scarpe gialle e berretti verdi.
Goffi…
Caratterialmente i Bassotti appaiono rozzi, avidi e stupidi e in qualche caso goffi e sprovveduti. Tuttavia spesso sono in grado di escogitare dei piani criminali di notevole astuzia e complessità. Ma che si tratti di uno dei numerosi scontri diretti o di un tentativo magistralmente pianificato con l’aiuto di qualche avveniristico marchingegno, i Bassotti falliscono ripetutamente i loro colpi e la loro condizione economica è perennemente la stessa: non hanno il becco d’un quattrino!
…squattrinati…
Vivono in una roulotte che faticano a mantenere e molto spesso si domandano se non sia il caso di abbandonare il business del furto per dedicarsi a qualche lavoro onesto.
…e internazionali!
La Banda Bassotti non si limita alla sparuta combriccola paperopolese. Quella di Paperopoli è in realtà una divisione di un vero e proprio gruppo internazionale. Come apprendiamo da numerose storie, ci sono Bassotti in ogni angolo del globo!
Le trappole
Per difendersi dai Bassotti e dai ladri vi sono molte trappole sparse sotto il terreno della collina, tutte installate da Archimede: botole, mani giganti, cannoni e laser. All’interno dell’edificio Paperone ha a sua disposizione una sala di controllo dalla quale può sapere tutto quello che accade dentro e fuori attraverso una miriade di telecamere di sicurezza.
La Camera di Sicurezza
La Camera di Sicurezza delle monete è protetta da una porta di metallo, apribile solo digitando la giusta combinazione. In caso di attacchi di Amelia, Paperone scaglia manciate d’aglio, perché fa scomparire i poteri magici della strega.
Tutte le forme del deposito di Zio Paperone
La forma canonica del deposito di Zio Paperone è quella del parallelepipedo, ma nei suoi gloriosi anni di storia esso ha assunto le sembianze più bizzarre, dovute a restyling o a necessità narrative. La costruzione ha potuto quindi trasformarsi in un acquario, in una mongolfiera, in un a piramide, diventare gigantesco oppure fiorire…
Le distruzioni
Nonostante la sua inespugnabilità il deposito finisce distrutto in numerose storie. Esplode, per esempio, dopo che Archimede inventa un sistema per espanderlo virtualmente. In un’altra occasione viene attaccato dagli alieni. Ma la causa della sua distruzione è spesso dovuta allo stesso Paperone, che agisce accecato dalla paura degli attacchi, che spesso incarnano solo le sue ossessioni.
Il deposito potrebbe esistere davvero?
Al Politecnico di Milano, nel 2015, il professor Luca Sgambi si è posto questa domanda, chiedendo la risposta agli studenti del Corso di Teoria e progetto di costruzioni e strutture. Partendo dalle planimetrie disegnate da Don Rosa, gli studenti hanno ipotizzato quale struttura portante dovesse avere il deposito e quale dovesse essere la forma della piscina monetaria per contenere la spinta di tre ettari cubici di denaro sulle pareti.
Esperienza originale
La valenza scientifica e didattica dell’esperienza è stata sottolineata dall’invito ricevuto a presentare un riassunto di tutto il lavoro presso la International CAE Conference nel 2015. Il laboratorio inoltre è stato presentato assieme ad altre esperienze didattiche presso la Syracuse University (USA), ricevendo molti apprezzamenti dai docenti lì riuniti.
Il Mausoleo di Ciano
Diversa è invece la vicenda del Mauseoleo di Ciano, edificio incompleto e abbandonato sulle colline livornesi. I resti del monumento tombale del gerarca fascista deceduto nel 1939 hanno una forma cubica che ha ricordato al fumettista Daniele Caluri (1971) il deposito di Zio Paperone. Da qui la sua proposta, nel 2015, di recuperare il rudere riadattandolo e dipingendolo per assumerne l’aspetto. Per quanto la sua proposta fosse seria e mirasse a rivalutare turisticamente un relitto dimenticato, essa non ebbe però alcun seguito.
Il gadget
Non potendo visitarlo in dimensioni naturali, non resta che acquistare il deposito di Zio Paperone nella versione in miniatura: dal 2021 è infatti diventato un gadget da ricostruire attraverso sei comode uscite!