1977. Ballade pour Adeline inaugura la carriera di Richard Clayderman. L’intervista.
Nel 1977 il pianista francese Richard Clayderman (Philippe Robert Pagès, 1953) diventò improvvisamente celebre in tutto il mondo per la sua interpretazione di Ballade pour Adeline. Ma le sue qualità di pianista eccezionale risalgono a quando, da bambino prodigio aveva imparato a leggere la musica più rapidamente della sua stessa lingua madre.
Un pianista da Guinness dei primati
La sua lunga carriera ne ha fatto, secondo il Guinness dei primati, il pianista di maggior successo di tutti i tempi. I suoi numerosi album di musica easy listening sono opera di Paul de Senneville (1933), Olivier Toussaint (1943) e Marc Minier (1966), ma Richard Clayderman è famoso anche per le reinterpretazioni di musica classica e di brani pop.
Più di 200 album!
La sua discografia composta da più di 200 album rilasciati in tutto il mondo con numerose etichette, comprende arrangiamenti di Mozart, Beethoven o Chopin, di canzoni d’amore di Andrew Lloyd Webber (1948), colonne sonore di Bollywood, musica folk tedesca, turca e giapponese.
Richard Clayderman, che ha venduto circa 90 milioni di dischi, e vinto 267 dischi d’oro e 70 di platino, ha accolto l’invito ad essere intervistato per parlare dei suoi successi passati e dei suoi progetti attuali.
L’importanza di chiamarsi Richard
(A.F.) – Richard Clayderman o Philippe Robert Louis Pagès? Sappiamo che la decisione di cambiare il suo cognome fu necessaria per averne uno che non avesse pronunce diverse nelle varie lingue straniere e nella fattispecie in inglese. Ma da dove viene il nome Richard?
(R. C.) – Negli anni 70 molti artisti cambiavano il nome e siccome i miei produttori non erano entusiasti del mio cognome Pagès, mi hanno chiesto quale fosse quello di mia madre e poi quello della madre di mia madre. Risalendo indietro decine di anni c’era da parte materna un Kledman o qualcosa di simile. Il cognome Clayderman piacque loro, ma quando gli accostammo il mio nome « Philippe » ci accorgemmo che Philippe Clayderman non suonava molto bene…
Philippe o Phiphi
Il mio produttore Paul de Senneville disse allora « Un Clayderman non può che chiamarsi Richard! »…. Così nacque Richard Clayderman. Ma in famiglia e tra gli amici, mi chiamano tutti Phiphi. Se mi incontrate un giorno, non esitate a chiamarmi Phiphi!
Richard Clayderman e il suo pianoforte…
(A.F.) – La scoperta del pianoforte risale alla sua infanzia. Com’è cominciata la lunga storia d’amore con questo strumento?
(R. C.) – Mio padre era professore di musica e c’era un pianoforte in soggiorno. Un giorno, quando avevo forse 4 o 5 anni, non ho resistito a fare conoscenza con quelle note bianche e nere. Mio padre mi diede le prime lezioni e poi non ho più smesso di approfondirne lo studio e di avere sempre un pianoforte con me.
…da viaggio!
In viaggio, visto che non posso trasportare un piano di 500 kg come bagaglio, me ne mettono sempre uno a disposizione nella mia camera d’hotel: un piano elettrico che mi permette di lavorare ad ogni ora del giorno e della notte senza disturbare i miei vicini.
Metti un po’ di musica leggera
(A.F.) – Cosa le ha fatto scegliere la musica leggera piuttosto che quella classica, che era quella della sua formazione?
(R. C.) – In realtà le cose sono successe in modo molto naturale. Studiavo la musica classica nell’ambito della mia formazione, ma ero sempre più attirato dai gruppi pop. Così ho creato con degli amici un gruppo rock e in seguito sono diventato pianista accompagnatore di diversi artisti e cantanti francesi.
Richard Clayderman solista
(A.F.) – La sua carriera è cominciata dunque come accompagnatore, cosa è successo poi che ha fatto sì che si lanciasse come artista solista?
(R. C.) – Sa, ho accompagnato diversi cantanti pop e rock tutte queste esperienze che ho vissuto mi hanno fatto crescere molto. Pensavo però che sarei rimasto sempre pianista accompagnatore. Un giorno i miei produttori mi hanno proposto di registrare un brano che si intitolava « Ballade pour Adeline ». È stato quello che mi ha aperto le porte per una carriera da solista, alla quale non avevo mai pensato prima.
Ballade pour Adeline
(A.F.) – Ballade pour Adeline, composta da Paul de Senneville e dedicata alla figlia appena nata diventò un successo mondiale che ad oggi ha venduto 22 milioni di copie in 38 paesi. Ha idea di quante volte ha suonato questo pezzo? Le piace ancora suonarlo?
(R. C.) – Ho suonato migliaia di volte « Ballade pour Adeline » sia durante i miei concerti, sia nel corso delle mie ripetizioni, sia in occasione di show televisivi. A volte la interpreto da solo al piano, altre assieme ad una formazione d’archi, altre ancora con ad un’orchestra e mi piace sempre suonarla, apportandovi delle variazioni orchestrali nuove.
Lady Di a TG l’una
(A.F.) – In Italia nel 1981, un altro dei suoi celebri successi, Lady Di, è diventata la sigla del rotocalco televisivo TG l’una. Lei è sempre stato molto amato nel nostro paese…
(R. C.) – È vero che aver utilizzato « Lady Di » come sigla per TG l’una mi ha dato molta popolarità in Italia e mi ha permesso di partecipare a decine di trasmissioni televisive. Viaggiavo molto da Parigi a Milano e da Parigi a Roma e conserverò sempre un ricordo meraviglioso dell’Italia e in particolare dei suoi villaggi antichi e del cibo delizioso!
Charme francese e New Romantic
(A.F.) – In che misura ritiene che il suo charme francese e i modi eleganti, che si accordano così bene con lo stile di musica che interpreta, abbiano contribuito a creare lo stile New Romantico che la caratterizza?
(R. C.) – In effetti penso che il successo che ho avuto con la mia musica sia una combinazione di molti fattori, come le belle melodie che interpreto, l’uso del piano, che è per me il più bello tra gli strumenti e poi la mia personalità timida e riservata. Penso che tutto questo abbia permesso alla mia musica di esprimersi al meglio.
Non sparate sul pianista!
(A.F.) – Le succede a volte di essere criticato dal mondo musicale più purista per aver contaminato alcuni pezzi classici, come risponde a questi detrattori?
(R. C.) – È vero che sin dal principio sono stato molto criticato dal mondo della musica classica, ma io non ho mai smesso di dire a tutti e ve lo ripeto oggi che io non sono un pianista classico. In francese si dice « je suis un pianiste de variétés». Interpreto delle composizioni pop, a volte rock, a volte mi avvicino al jazz, ma non sono “classico” e non posso essere inserito in questa categoria.
Richard Clayderman evergreen
(A.F.) – Qual è la soddisfazione più grande che ha avuto nella sua carriera?
(R. C.) – Essere ancora presente nel mercato musicale nel 2022, 45 anni dopo l’inizio della mia carriera.
Fan di Andrea Bocelli
(A.F.) – Segue la musica italiana? Ha qualche interprete preferito?
(R. C.) – Sono un fanatico di Andrea Bocelli (1958, ndr)!
Forever Love
(A.F.) – Ci parli del suo ultimo album Forever Love, che è appena uscito…
(R. C.) – Si tratta di un album doppio. Il primo costituito da 12 registrazioni originali. Ho registrato 4 nuove composizioni di Paul de Senneville, altri brandi sono rivisitazioni di pezzi di gruppi o cantanti pop, come i Coldplay e Ed Sheeran; senza dimenticare 2 o 3 composizioni classiche di Čajkovskij e Strauss. Durante il lockdown ho avuto modo di preparare questo album con cura ed è con grande piacere che l’ho registrato. Il secondo album è costituito da una ventina di titoli che ho registrato negli ultimi anni. Si tratta di brani particolarmente romantici che sono stati selezionati dalla mia casa discografica; trovo la loro selezione eccellente.