Anni 70. I regoli si diffondono in tutto il mondo e per la prima volta i bambini imparano la matematica toccandola con mano
Regoli in italiano, réglettes in francese e Cuisenaire Rods in inglese. A partire dagli anni 70 tutti abbiamo usato questi strumenti didattici che erano anche un gioco e che ci hanno insegnato in modo intuitivo a fare di conto. La loro longevità dimostra la profondità dell’idea visionaria del loro inventore.
L’invenzione dei regoli
L’invenzione dei numeri in colore si deve ad un insegnante belga, Georges Cuisenaire (1891-1975) che li ideò nel 1951. La loro diffusione al di fuori dei confini del Belgio, in Europa e nel mondo, avvenne grazie all’entusiasmo del professor Caleb Gattegno (1911-1988), insigne matematico e psicologo dell’Università di Londra che, nel 1954, fondò la Cuisenaire Company a Reading.
Un grande successo
In seguito l’Unesco promosse i regoli come materiale didattico tra i più idonei per l’insegnamento dell’aritmetica. È l’inizio della grande diffusione internazionale del metodo che Gattegno tra gli anni 50 e 70 presentò in vari paesi del mondo. Nel 1971 nacquero delle Associazioni Cuisenaire in Svizzera, Inghilterra, Canada, Stati Uniti e Belgio. Nel 1973, più di un milione di scatole di regoli erano già utilizzate in 80 paesi differenti.
I numeri in colore
Les nombres en couleurs era il titolo del libro scritto da Cuisenaire per spiegare il metodo da lui inventato per insegnare l’aritmetica ai bambini. E i colori giocano infatti un ruolo fondamentale per rendere immediatamente percepibile la differenza tra le varie quantità. Esse sono rappresentate proporzionalmente anche dalla lunghezza dei differenti bastoncini. Si tratta infatti di parallelepipedi dalle lunghezze diverse che intendono trasmettere i concetti basilari della matematica.
I colori dei numeri
Sfruttando la profonda capacità sinestetica dei bambini nel collegare impressioni provenienti da sensi diversi, ogni colore viene associato a una lunghezza. Ciò avviene attraverso la vista ma soprattutto attraverso il tatto: spostando i regoli separandoli o affiancandoli il bambino apprende il meccanismo delle operazioni aritmetiche di base.
Il più piccolo, il numero 1, è rappresentato da un cubo bianco di 1x1x1 cm mentre i numeri successivi seguono la seguente scala di colori, aggiungendo ogni volta un cm in più sulla lunghezza.
Rosso = 2
Verde Chiaro = 3
Rosa = 4
Giallo = 5
Verde Scuro = 6
Nero = 7
Marrone = 8
Blu = 9
Arancio = 10
I video tutorial
Sul sito ufficiale delle réglettes esistono dei video tutorial che approfondiscono tutti i modi per utilizzare questi sussidi didattici. Esplorarli potrebbe lasciare di stucco, perché si scopre che sono strumenti che si adattano alla spiegazione di operazioni davvero elaborate. Noi tutti li ricordiamo però per le più semplici: l’addizione e la sottrazione.
Non solo aritmetica
I regoli sfruttano l’intuizione geometrica dei più piccoli: associando delle forme a delle quantità e sfruttando la loro capacità di riconoscere l’equivalenza tra di esse si creano le basi dei principali concetti non solo matematici ma anche logici e persino grammaticali.
Modelli visivi
The silent way, per esempio, è un metodo per l’apprendimento delle lingue inventato dallo stesso Gattegno che utilizzando i regoli permette di creare modelli visivi per le costruzioni grammaticali e anche per i suoni di una lingua.
Gioco e creatività
In realtà il motivo per cui noi tutti li ricordiamo con emozione è raramente legato alla matematica. I mattoncini venivano per lo più utilizzati come gioco, per creare costruzioni e disegni.
La creatività e la fantasia sono anch’esse in fondo, come la matematica, un modo per costruire il mondo.