Bouke de Vries, l’integrità dei frammenti
L’artista olandese Bouke de Vries utilizza delle ceramiche spezzate come materia principale delle sue opere. È soprattutto la serie dei Memory Vessel, in cui frammenti di vaso ricordano ancora la forma che avevano prima della frattura, ad essere evocativa, ma anche le sue nature morte sono potenti, mentre la bellezza dei suoi fiori e delle ceramiche catturate nel momento dell’esplosione ci raccontano di attimi sospesi incuranti di un’inesorabile entropia.
Dopo aver cominciato la sua carriera nel campo della moda si è formato come restauratore di ceramiche e ha poi cominciato a creare le sue sculture a partire da ceramiche recuperate irreparabili.
Le sue sculture decostruite a partire da antiche ceramiche di Delft, di Worcester, di Sèvres, di Kang-si e anche italiane assumono una grande varietà di forme; molte sono assemblate usando la tecnica del kintsugi. Questo metodo giapponese usa una lacca speciale che viene spolverata o mescolata con polvere d’oro per riparare gli oggetti. Alla base c’è l’idea che qualcosa di danneggiato possa essere ancora bello e che la sua frattura ne diventi anzi l’aspetto più prezioso. Ma le sue opere ci raccontano di più.
L’artista usa ceramiche antiche, di varia provenienza per creare quelle che chiama “nature morte tridimensionali”.
L’antica tradizione ceramista e pittorica olandese si uniscono per dare una vita nuova agli oggetti rotti e decaduti come la frutta in decomposizione. La farfalla diventa allora il simbolo della rinascita che il suo lavoro rappresenta.
È anche il simbolo della leggerezza, laddove i frammenti sembrano perdere il loro peso per immobilizzare un attimo, quello della frattura, che resta sospeso.
Accanto alle nature morte nel suo lavoro ricorre la figura di Guan Yin, la dea buddista della compassione, della misericordia e della gentilezza. Spesso circondata da frammenti incrinati e abiti ricomposti, trasmette una capacità di comprensione e riparazione.
Nella serie Memory Vessel i i frammenti dei vasi racchiusi in contenitori di vetro che imitano la loro forma perduta ci raccontano come anche gli oggetti abbiano una memoria. Il contenitore diventa contenuto, trovando una nuova funzione. Anche le sue rose rispondono alla stessa poetica: dai frammenti possono nascere nuove forme, nuova bellezza.
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