Travel

Ariadne e Egeo, storie di labirinti e di come uscirne

Non amo più di tanto navigare, soffro il mal di mare e le navi più sono grosse più mi inquietano con la loro enorme massa inerziale che appare così difficilmente controllabile. Però questa volta la traversata dell’Egeo a bordo dell’Ariadne è stata un momento di inaspettato relax.
Sarà perché nessuno meglio di Arianna è in grado di portar fuori dai labirinti; sarà perché una volta a bordo Marco mi ha proposto di prenderci la cabina per rilassarci un po’, fatto sta che le otto ore di navigazione tra Rodi e Santorini sono state un momento intimo e prezioso, tra quelli più intensi di questa vacanza.


L’Ariadne è un ferry della Hellenic Seaways, non dei più moderni, ma tra i più mastodontici a solcare le acque del mare che prende il nome dal padre di Teseo. La tratta tra Rodi e Santorini prevede solo due scali, a Symi, appena partiti, e a Kos, dove il tramonto è stato fatato. L’arrivo nella Caldera era acceso dalle luci di Fira, Imerovigli e Oìa, sospese nel buio della notte.
Più che l’uscita da un labirinto sembrava la breccia per entrare in un universo parallelo.

Adoro volare, adoro soprattutto i paesaggi visti dall’alto, riconoscere i luoghi noti e indovinare quelli sconosciuti. Credo che abbia a che fare con la mia capacità di orientamento e con il bisogno di ritrovare sempre il mio posto nello spazio. Non sempre mi tocca il posto finestrino, ma sul volo Nizza-Atene non solo l’occupante designato me l’ha ceduto di sua spontanea volontà ma – dopo essermi rammaricata che non esistano più gli schermi che trasmettono la rotta in tempo reale – mi sono accorta che il mio telefono, pur essendo in modalità aereo, aveva mantenuto caricate le mappe e ha continuato a captare il segnale gps. È stato troppo divertente riconoscere sulla terra là sotto che cosa stessi sorvolando.


È bello che la compagnia di bandiera greca prenda il nome dal mare che circonda le sue isole, se facciamo finta di dimenticarci che Egeo si gettò in mare da Capo Sunio quando credette erroneamente che suo figlio Teseo fosse morto nello scontro col Minotauro.
Sono proprio i labirinti delle nostre paure, spesso, a non avere un’uscita.