Le rovine di Kameiros a Rodi
A Kameiros ci devi proprio andare apposta perché si trova in un punto dell’isola lontano dalle strade più battute dai turisti: sorge infatti a 34 km da Rodi città, sulla costa occidentale dell’isola, quella più aspra e più battuta dai venti.
Ma a Kameiros ci devi proprio andare perché lì ti ritrovi a passeggiare, nel silenzio totale dei pochi turisti presenti, in mezzo ai resti incredibilmente ben conservati di una città di 2500 anni fa.
Noi ci siamo andati verso sera, quando l’allungarsi delicato delle ombre dava nuova vita alle forme degli antichi resti e il mare sullo sfondo si faceva tutto d’argento.
Fondata nel VIII sec. A.C. dai Dori raggiunse il suo splendore nel V sec. a. C. Distrutta da due terremoti, il primo nel 226 a.C. (lo stesso che distrusse il famoso Colosso) e un secondo nel 142 d. C. fu progressivamente abbandonata dalla popolazione dopo la fondazione della città di Rodi (408 a.C.). Continuò tuttavia ad essere abitata fino all’epoca dell’imperatore Giustiniano.
I resti dell’antica città costituiscono il secondo scavo archeologico per importanza dell’isola di Rodi, dopo quello di Lindos.
Disposti ad anfiteatro lungo il pendio di una collina che digrada verso il mare, il loro stato di conservazione ci racconta ancora oggi la vita di una città costruita in una regione fertile, circondata da frutteti di fichi e di olivi.
Sulla terrazza inferiore si trovava il luogo di raduno dell’Agorà, a destra del quale le rovine di un tempio, probabilmente dedicato ad Apollo (III sec. A.C.). A sinistra quella che è chiamata “piazza Fontana”, uno spazio rettangolare con molte basi votive e iscrizioni. Dietro la fontana una vasca da cui sgorgava l’acqua. Nella parte orientale dell’Agorà sorge un santuario con più altari sacrificali dedicato agli eroi e alle divinità di Kameiros.
Il terrazzamento centrale ospitava le residenze, poste su vie parallele. Passeggiando per la rete di strade e di ciottoli si scoprono le piante delle case, tra cui alcuni peristili con colonne e alcune botteghe artigiane. Gli abitanti di Kameiros si dedicavano prevalentemente all’agricoltura, ma erano noti anche per i lavori di gioielleria e ceramica.
Sopra la zona residenziale si trovano le rovine di una cisterna d’acqua, con un sistema di distribuzione che permetteva di portare l’acqua a 400 famiglie.
Sulla cima della collina sorgeva l’Acropoli con il tempio della dea Atena Kameiria e la Stoa di origine ellenistica, costituita da due file di colonne doriche con sale per negozi e abitazioni sul retro.
Gli scavi archeologici cominciarono nel 1859 e sono continuati in modo sistematico a partire dal 1928, quando, durante l’occupazione italiana, la Scuola Archeologica Italiana di Atene ha avviato il lavoro di restauro, continuato fino alla fine della seconda guerra mondiale.