Rodi è una spiaggia abitata dai granchi
Già lo sapevo da dove avrei cominciato il racconto di questo ultimo viaggio in Grecia. Quello che non sapevo era la storia che avrei narrato, che per ora è a lieto fine. Per ora, perché non si sa mai quando finiscono le cose e soprattutto le storie che le raccontano.
Destinazione due isole e per la prima volta due luoghi in cui ero già stata. Non ho ancora capito se è solo un caso o se era davvero un viaggio nella memoria quello che dovevo fare. In ogni caso è stato ricco, profondo e significativo come solo le casualità sanno esserlo.
Di Santorini mi sono innamorata dieci anni fa, ma a Rodi ero stata nell’ottobre dell’anno 2000, che detto così sembra quasi vicino nel tempo, ma se gli anni poi li conti fanno 21. Pochi per una vita, ma tanti per quello che è successo poi nella mia.
Ecco, Rodi voglio cominciare a raccontarla da qui, dalla “spiaggia dei granchi”, che ho ritrovato proprio l’ultimo giorno di permanenza sull’isola. Non cercatela sulle mappe, non esiste con questo nome e anche se in qualche modo è segnata, le strade sterrate che vi conducono non portano alcuna indicazione. Devi solo sapere che c’è, come me.
“Rodi è cambiata, vedrai” mi avevano detto “ora si sta tutti ammassati”. Ma io non ci credevo e in fondo sospettavo che chi l’aveva vissuta così fosse stato nei luoghi di turismo di massa, su a nord, verso la capitale e Faliraki. Noi siamo partiti da lì ma la bussola puntava verso sud, verso la spiaggia dei granchi.
Ottobre 2000: il desiderio di esplorare l’isola a partire da Lindos ci aveva anche allora spinto a sud. Credo sia successo per caso: una strada sterrata in mezzo ad una macchia mediterranea un po’ riarsa ci aveva condotto ad un capo, una punta protesa nel mare che apriva la vista, là sotto, su un amplissimo golfo di sabbia dorata completamente deserto. Una casa in via di costruzione apparentemente abbandonata svettava indicando il punto da cui scendere in questo paradiso abitato solo dai granchi.
Decine di granchi di tutte le dimensioni, che uscivano dai loro fori nella sabbia del tutto indisturbati perché tutt’attorno non c’era nessuno.
Tornammo più volte sul golfo dorato ad ascoltare il silenzio del mare e a dormire nudi al sole “Chissà tra vent’anni qui come sarà” pensavo, certa che qualcuno si sarebbe presto impossessato di quel luogo magico per costruirci qualcosa di esclusivo.
Ottobre 2000:
Find the crab (hint: ce n’è almeno tre!)
Luglio 2021: nelle varie tappe verso il sud dell’isola una sola domanda mi frullava per la testa: come sarà la spiaggia dei granchi?
Trovarla non è stato semplice, il primo tentativo, fatto sulla via di Prassonisi è andato a vuoto: le strade non sembrano più le stesse, c’è un po’ più di asfalto e anche le nuove costruzioni, seppur davvero rade e poco invadenti, confondono il paesaggio del ricordo. Non demordo e l’ultimo giorno prima del trasferimento a Santorini ci riproviamo.
Dove c’era la casa abbandonata ora sorgono alcune ville, impossibile dunque scendere al mare da lì, ma la strada sterrata continua e presto troviamo un altro accesso al mare. Le dune di sabbia si aprono allora sullo stesso paesaggio immutato: la spiaggia dei granchi è ancora lì, deserta come allora, abitata solo dai discendenti dei granchi che vi vivevano 21 anni fa!
Scopro con emozione che in fin dei conti sono cambiata molto di più io dell’isola. O forse no.
In ogni caso, se si escludono le costruzioni un po’ invasive al nord dove l’eccesso di edificazione è ben visibile, la ricostruzione degli edifici delle terme di Kalithea e la scomparsa delle vecchie ricamatrici lungo il sentiero che sale all’Acropoli di Lindos, ho ritrovato Rodi esattamente come l’avevo lasciata: splendida, accogliente, dalla natura sorprendente e dai paesaggi variegati, ricca di vestigia storiche e di pura bellezza.
Rodi è ancora una spiaggia abitata dai granchi.
Visitatela se potete. Nei prossimi articoli vi racconto i luoghi che ho amato se possibile ancor più della prima volta.