Lin Yung Cheng, l’estetica inconfortevole
Lin Yung Cheng è un fotografo di Taiwan che usa il corpo femminile come materia attraverso la quale modellare le sue opere. Conosciuto con lo pseudonimo “3cm” è celebre per le immagini ipnotiche che crea giocando con le forme e le illusioni ottiche aventi come oggetto il corpo femminile. L’artista ama definire il suo stile come “surrealismo nella realtà”.
I corpi deformati, riflessi, ricuciti sono nelle sue fotografie utilizzati in modo da suscitare sensazioni non necessariamente gradevoli. Tuttavia le composizioni altamente estetiche evocano sempre una grazia e una pulizia della forma tali da sublimare il messaggio veicolato, spesso disturbante.
È un’esperienza sensoriale quella propostaci dal fotografo, che nasce come scultore: i corpi sono cuciti, piegati, pizzicati, dislocati e non è un caso che ad essere raffigurati siano corpi femminili. Quella che ci viene trasmessa è infatti la scomodità spesso legata alla loro femminilità.
A volte sono le mani dei soggetti stessi a mimare in qualche modo la creazione delle sculture, che sembrano così nascere quasi spontaneamente sotto il suo obiettivo.
Le linee a penna che esse stesse disegnano su loro corpi diventano allora tracciati, percorsi conclusi che cercano la loro perfezione geometrica là dove aveva luogo un processo di scomposizione.
Nella serie delle cuciture con il filo rosso Lin fa riferimento alla leggenda cinese secondo la quale ognuno nasce con un filo rosso che attraversa il polso che sarebbe legato all’amore. Il colore riporta a quello del sangue e la creazione di legami al bisogno di dare un senso ad un disegno che risulta spesso incomprensibile.
Ci sono poi i giochi di specchi o di luce oppure le lenti d’acqua deformanti: tutto ciò che può creare l’illusione dell’assenza, della presenza o della dislocazione significativa del sé.
Sì tratta di immagini essenziali e liriche che parlano un linguaggio emotivo e ricco di suggestioni su quello che il corpo femminile trasmette e raccoglie.
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