Kathleen Ryan, la decomposizione cristallizzata
Kathleen Ryan è un’artista newyorchese nota per utilizzare pietre semi-preziose come l’ametista, il quarzo, le perle di fiume per ricreare l’immagine della muffa sulla frutta.
Nelle sue serie Bad Fruit le opere, di scala maggiore rispetto alle dimensioni reali della frutta (tra i 15 e gli 80 cm), esprimono la loro bellezza nell’alternanza tra attrazione e repulsione: la preziosità coincide col guasto, con il marcio, il desiderabile con il disgustoso.
L’effetto è sorprendente: quella che da lontano appare come una superficie putrescente, da vicino rivela tutta la ricchezza del dettaglio. Le sfumature e la tridimensionalità del materiale utilizzato danno vita a una scultura nella scultura che sembra trascinare sempre più dentro, nel cuore del processo che trasforma la materia e la vita.
La scelta di rappresentare il materiale duraturo per eccellenza come materia marcescibile, fissa la metamorfosi che è alla base del ciclo vitale in un istante prezioso e di fatto immutabile.
Nelle sue ultime opere l’utilizzo di parti metalliche, come piccoli tubi al posto delle ramificazioni del grappolo d’uva o parti di scocche d’aereo che rivelano un’interno polposo d’anguria, suggeriscono un’evoluzione ulteriore dell’inanimato. Anche la materia incorruttibile ha diritto alla sua trasformazione: sono mosche gioiello a posarsi su di essa per completare il ciclo vitale di un mondo in cui la metamorfosi è cristallizzata in un istante di pura bellezza.