Art

Fabian Oefner, l’indeterminazione delle infinite superfici

La ricerca artistica di Fabian Oefner esplora in un certo senso i limiti della realtà nello spazio-tempo.
A partire dai lavori in cui la disintegrazione meticolosa di un oggetto viene fissata in un’immagine dalla bellezza cristallina, come nella Lamborghini Miura congelata nell’atto di disintegrarsi nelle sue migliaia di componenti o come nella serie dei collage esplosi.

L’artista è affascinato dal paradosso di poter vedere solo la superficie delle cose, dal fatto di essere intrappolato nelle tre dimensioni del nostro mondo: per quanto si esplori la miriade di superfici interne se ne trovano altre ed altre ancora.
Ne consegue una sorta di necessità, un comportamento quasi morboso che implica che la conoscenza significhi distruzione.

È questa indagine che lo ha portato alla realizzazione della serie CutUp, in cui, dopo aver tagliato con una sega a nastro delle macchine fotografiche in pezzi, rivelandone i meravigliosi e complessi meccanismi interni, li ha poi riorganizzati, rimontati e sospesi in resina trasparente per creare configurazioni inedite e rivelatrici.

Non è un caso che abbia scelto apparecchi fotografici e cineprese per questa sua esplorazione: è l’occhio che guarda se stesso, lo strumento che indaga nei suoi stessi meccanismi per tentare di scoprire una dimensione ulteriore.

Troviamo la stessa fascinazione da parte delle possibilità e dei limiti della fisica anche nella serie Heisenberg, che fa riferimento al famoso principio di indeterminazione omonimo.
Questa teoria afferma che non è possibile misurare contemporaneamente due parametri separati di una particella. Oefner crea un equivalente artistico di questo principio. Sono ora diversi oggetti quotidiani (delle scarpe, un orologio, un registratore, una radio e una scatola nera) a subire lo stesso trattamento delle macchine fotografiche di CutUp.

Questa trasformazione fa sì che quando si guarda questi oggetti da lontano, essi siano facilmente identificabili, mentre se ci si avvicina la forma dell’oggetto inizia a distorcersi e scompare completamente.
Un po’ come quando ci si addentra nell’infinitamente piccolo e in virtù dei paradossi quantistici ci si trova davanti a una realtà nebulosa che deve ancora definirsi.

Seguitelo sul suo profilo Instagram, dove trovate anche numerosi video per scoprire le sue tecniche e le qualità combinatorie di molte sue opere.