1977. Noi…no! La parodia di Tarzan nella sigla del programma di Sandra e Raimondo diventa lo sketch più atteso della serata
Il varietà del sabato sera Noi…no! andò in onda per la regia di Romolo Siena (1923-2004) in sette puntate tra il dicembre 1977 e il gennaio 1978 sull’allora denominata Rete 1 della Rai.
Alternanza b/n colore
Pur essendo stato il primo programma a colori della coppia Mondaini-Vianello, presentava una curiosa alternanza di riprese a colori e in bianco e nero.
La parodia dei balletti sfarzosi…
La trasmissione Noi… no! era innanzitutto una parodia del varietà classico leggero e sfarzoso: una Sandra Mondaini (1931- 2010) dalle movenze sensuali finiva spesso per trovarsi in situazioni goffe e impacciate.
Queste scene erano girate a colori, come quelle dei celebri sketch di coppia o quelle in cui intervenivano i cantanti ospiti, che cambiavano ad ogni puntata.
…e quella del cabaret
Le esibizioni erano intercalate a quelle di un sedicente spettacolo più impegnato, in bianco e nero, di cui si faceva promotore Raimondo Vianello (1922-2010), spalleggiato da Enzo Liberti (1926-1986), Massimo Giuliani (1951) e Tonino Micheluzzi (1923-1981).
Gli sketch erano, a loro volta, delle divertenti parodie, come quella celebre sul cabaret brechtiano.
L’esilarante sigla finale
Il programma Noi… no! però è rimasto nei ricordi di tutti soprattutto per la parodia di Tarzan della sigla di chiusura Ma quanto è forte Tarzan.
Cantata da Sandra Mondaini con un tono di voce che anticipava il personaggio di Sbirulino, era completata da video che narravano in sette differenti episodi le disavventure della malcapitata ragazza e del suo goffo salvatore.
La richiesta di aiuto della bella…
Presa ogni volta in ostaggio da malvagi esploratori bianchi, la fanciulla aspettava invano il salvataggio da parte di un impacciatissimo Tarzan, vittima ogni volta della sua stessa goffaggine.
…e l’urlo del biondo Tarzan
Le trovate comiche, come l’atterraggio sui cactus e le terribili capocciate sugli alberi, erano all’origine del ben noto urlo di Tarzan, che (nel concept dello sketch) si scopriva essere in realtà un sonoro “Ahiaaaa!” di dolore.
Il finale, diverso in ogni puntata, vedeva in genere il povero Tarzan fare un brutta fine.