Daniele Galloni – Il tempo e il sogno
È impossibile non rimanere completamente rapiti dalla poesia che nasce dagli istanti sospesi delle tele di Daniele Galloni.
È una poesia che parla soprattutto il linguaggio dell’assenza.
Non c’è movimento nei suoi dipinti, il colore intenso e surreale restituisce concretezza e assieme smaterializza quelli che sono a tutti gli effetti paesaggi della coscienza: il tempo è sospeso e si avvicina a quello del sogno.
E come nei sogni nei suoi quadri non c’è una vera narrazione: gli istanti si succedono come isole nell’attesa di qualcosa che è sempre di là da venire.
Non c’è profondità nelle sue visioni oniriche che anche per questo assumono una dimensione metafisica. È l’attesa a manifestarsi in esse: mercantili fissati su orizzonti astratti, edifici industriali, strade deserte e architetture disabitate, la vita sembra scorrere sempre accanto.
Nei suoi “Ambienti ostili” i paesaggi industriali dominati da ciminiere fumanti sono sempre protetti da muri, le storie che vi avvengono non ci riguardano e resta un’illusione anche la meta del viaggio.
Le navi che scivolano all’orizzonte non cercano alcun porto e i binari che corrono nei paesaggi deserti tracciano strade che non portano a nessun vero altrove.
Non c’è neanche la presenza umana nelle scene dipinte da Daniele Galloni, l’uomo però è intimamente presente nello sguardo al di qua della tela: i suoi quadri sono tutti punti di vista trasfigurati dal desiderio di qualcosa che avverrà, dall’attesa e dal sogno.
Se a prevalere è da un lato l’assenza, dall’altro i suoi quadri hanno una presenza e una profondità disarmante, la profondità della superficie che appare, l’evidenza abbacinante di quello che è già oltre.
Quello che dipinge Daniele Galloni è un mondo interiore: l’uomo non è nel dipinto ma è tutto attorno ad esso, nell’atto di sognarlo, davanti a una finestra dalle persiane abbassate, al di qua del muro, sulla costa di una montagna, ad osservare ed attendere, a cercare di fissare nella memoria il sogno prima del risveglio.
In queste visioni il cielo è sempre significante: nelle sue tinte accese, non è mai sfondo lontano, ma soggetto popolato di astri, stelle, pianeti, satelliti. L’amore per gli oggetti celesti ha una rispondenza nella passione dell’artista per l’astronomia e l’astrofotografia. Ciò che risplende nel cielo ha una valenza più che simbolica, è anch’esso un anelito a ciò che trascende le nostre esistenze pur rappresentando una materialità fisica e terrena.
2 commenti
Daniele
I miei sinceri complimenti per l’articolo che dice molto sulla mia pittura.Hai saputo cogliere l’essenza di quello che voglio esprimere.Grazie!
anto
Bello sapere di aver intuito qualcosa del processo creativo che ha portato alla realizzazione delle tue opere che apprezzo davvero. Grazie a te!