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Daniele Galloni – Il tempo e il sogno

È impossibile non rimanere completamente rapiti dalla poesia che nasce dagli istanti sospesi delle tele di Daniele Galloni.
È una poesia che parla soprattutto il linguaggio dell’assenza.

Non c’è movimento nei suoi dipinti, il colore intenso e surreale restituisce concretezza e assieme smaterializza quelli che sono a tutti gli effetti  paesaggi della coscienza: il tempo è sospeso e si avvicina a quello del sogno.
E come nei sogni nei suoi quadri non c’è una vera narrazione: gli istanti si succedono come isole nell’attesa di qualcosa che è sempre di là da venire.

Passerà la tua nave (cm.120×90) – 2016

Non c’è profondità nelle sue visioni oniriche che anche per questo assumono una dimensione metafisica. È l’attesa a manifestarsi in esse: mercantili fissati su orizzonti astratti, edifici industriali, strade deserte e  architetture disabitate, la vita sembra scorrere sempre accanto. 
Nei suoi “Ambienti ostili” i paesaggi industriali dominati da ciminiere fumanti sono sempre protetti da muri, le storie che vi avvengono non ci riguardano e resta un’illusione anche la meta del viaggio.
Le navi che scivolano all’orizzonte non cercano alcun porto e i binari che corrono nei paesaggi deserti tracciano strade che non portano a nessun vero altrove.

Ambiente ostile (cm 50×60) – 2012
La fabbrica dello zucchero
Tracce (cm60x60) – 2014

Non c’è neanche la presenza umana nelle scene dipinte da Daniele Galloni, l’uomo però è intimamente presente nello sguardo al di qua della tela: i suoi quadri sono tutti punti di vista trasfigurati dal desiderio di qualcosa che avverrà, dall’attesa e dal sogno. 

Se a prevalere è da un lato l’assenza, dall’altro i suoi quadri hanno una presenza e una profondità disarmante, la profondità della superficie che appare, l’evidenza abbacinante di quello che è già oltre.
Quello che dipinge Daniele Galloni è un mondo interiore: l’uomo non è nel dipinto ma è tutto attorno ad esso, nell’atto di sognarlo, davanti a una finestra dalle persiane abbassate, al di qua del muro, sulla costa di una montagna, ad osservare ed attendere, a cercare di fissare nella memoria il sogno prima del risveglio.

Luce della sera (cm 60×60) – 2019

In queste visioni il cielo è sempre significante: nelle sue tinte accese, non è mai sfondo lontano, ma soggetto popolato di astri, stelle, pianeti, satelliti. L’amore per gli oggetti celesti ha una rispondenza nella passione dell’artista per l’astronomia e l’astrofotografia. Ciò che risplende nel cielo ha una valenza più che simbolica, è anch’esso un anelito a ciò che trascende le nostre esistenze pur rappresentando una materialità fisica e terrena.

Notte stellata (cm60x58) – 2016
Mars Hotel (cm 100×60) – 2017

2 commenti

  • anto

    Bello sapere di aver intuito qualcosa del processo creativo che ha portato alla realizzazione delle tue opere che apprezzo davvero. Grazie a te!