Oltre le colonne d’Ercole (viaggio in mare e in musica)
Tredici anni fa mi avevano dedicato un diario di viaggio che cominciava con una traversata in nave. La meta era allora Formentera ma, essendo un viaggio per mare oltre le colonne d’Ercole (“non sai quanto ci ha preso con questa metafora” mi disse chi quel viaggio lo stava compiendo – ma io lo so eccome quanto ci prendo sempre) dicevo, essendo un viaggio oltre le colonne d’Ercole, la destinazione divenne simbolicamente Iraklia.
Chi era Iraklia? All’epoca mi beavo nell’idea di essere io quella meta fantastica da raggiungere, geograficamente però è un luogo che esiste davvero ed è un’isola delle Cicladi.
E se si viaggia verso le Cicladi si sa già in partenza che la navigazione farà parte del viaggio. Oddio, il trasferimento in aereo è (o forse è meglio dire era) sempre possibile per la maggior parte di esse, ma per chi vuole vivere il mare solcandone le onde la traversata dell’Egeo è una fase imprescindibile, anche se così il viaggio diventa più lungo. Tredici anni.
9 agosto 2007 – 21 agosto 2020.
Giorno 2: Il Pireo
Per attraversare l’Egeo in genere si parte da lì. Ma noi ci siamo andati innanzitutto ad affittare un auto. Logico no? Il fatto è che partire da un porto dà un senso al percorso anche se poi si viaggia via terra: dove c’è un porto è facile trovare una direzione perché ci sono un sacco di cammini che si incrociano, alla peggio ne prendi uno a caso e segui la scia, tanto sbagliata la rotta non sarà.
Dove c’è un porto ci sono sempre anche un sacco di gatti. Che qualcuno dovrebbe anche spiegarglielo che al Pireo di pesci ormai non ne pescano più, ma tant’è, loro sono lì che aspettano.
E in fondo lo sanno che quando uno parte poi alla fine ritorna. Quasi sempre.
Colonna sonora: Voyage Voyage – Desireless
Giorno 3: Blue Star Patmos
Naufragi: la storia dei naufragi nei pressi del porto di Paros è ricca e sorprendente. Non tutti sanno per esempio che la Poseidon nel 1996 vi affondò (fortunatamente senza vittime) per evitare una nave cui si erano rotti gli ormeggi, che era la sister ship (una nave identica, spesso ne costruiscono due sullo stesso progetto) della Express Samina che qualche anno dopo colò a picco sugli stessi scogli portando con sé ben 81 persone.
“È una nave grossa -dice- anche se dovesse esserci il mare “forza sette” * -come quella volta a Formentera- non sentiresti niente”.
Non gli credo ovviamente perché so che vomiterei l’anima, come quando andammo in Corsica e ci fecero partire da Savona causa mare talmente agitato da rendere impraticabile il porto di Nizza.
Però sono fortunata: il mare è una tavola e il tramonto una favola.
Lo stomaco può stare tranquillo, il mio almeno, perché c’è chi non può fare a meno di celebrare la traversata con una copiosa porzione di quello che è a giusto titolo diventato il piatto tipico di ogni compagnia armatrice: gli “Spaghetti Anek**”, caratterizzati soprattutto dalla quantità più che dalla qualità del ragù che li condisce.
*il mare forza sette non esiste, la scala è creata su dati empirici, un po’ come la Mercalli per i terremoti (e come non tutti i muri crollano sotto le stesse sollecitazioni, così non tutti gli stomaci… vabbè).
**non esistono neanche quelli ovviamente, ma se vi ci mettete tutti può essere che diventino un nuovo caso “fettuccine Alfredo”
Colonna sonora: Buffalo Soldier – Bob Marley
Giorno 7: Artemide.
La dea cacciatrice, sorella di Apollo, colei che attraverso la missione spaziale omonima nel 2024 porterà la prima donna sulla Luna quando si trova a solcare l’Egeo prende le sembianze di una piccola nave il cui moto lento e perpetuo assicura i collegamenti tra le più disparate isole greche lungo tutto l’anno. Nove anni fa ci aveva riportato a Santorini da Folegandros.
Velocità di crociera tra i 14 e i 15 nodi: la Artemis è incredibilmente lenta ma affidabile, instancabile e fedele come solo una dea vergine può esserlo.
In inverno, quando l’afflusso dei viaggiatori diminuisce le grandi navi qui si fermano, la Artemis invece non si ferma mai.
Dopo aver inanellato qualche perla cicladica (Kithnos, Serifos e Sifnos) non è sulla Luna che atterriamo ma a Milos, dove a dire il vero se non proprio di un mare della tranquillità, di qualche paesaggio lunare abbiamo potuto in effetti godere.
Colonna sonora: Fly me to the Moon – Frank Sinatra
Giorno 10: Il palazzo di Festos
Quello vero si trovava a Creta, più che un palazzo è un sito archeologico, ne ho visitato le rovine più volte. Più famoso è quello di Knossos, il celebre labirinto ricostruito da Sir Arthur Evans, che dà il nome ad un altro colosso marino della Minoan.
Li abbiamo confusi e ci siamo precipitati al porto direttamente dalla spiaggia, pensando che il nostro palazzo galleggiante fosse arrivato in anticipo. Tempo invece ce n’era, ce n’è sempre un sacco di tempo in Grecia.
La filosofia qui credo l’abbiano inventata proprio per occuparlo.
Colonna sonora: I’m All Right – Madeleine Peyroux
Giorno 12: A320
Aegean: la compagnia aerea di bandiera greca si chiama come il mare che circonda le sue isole e ha come simbolo un animale alato che potrebbe essere a sua volta un pesce. Si continua a navigare in fondo, anche se in un fluido che io trovo molto più rassicurante, forse proprio perché non si vede.
Stavolta ho il posto finestrino: è quello accanto all’uscita di sicurezza e ben due hostess passano per sincerarsi che io sia in grado di agevolare le operazioni di salvataggio qualora necessario.
È un posto comodo perché è più ampio degli altri e pur essendoci l’ala che disturba un po’ posso vedere le coste di casa nel momento in cui ci avviciniamo.
Le vele spiegate sono inutilmente bianche, visto che non c’è nessuno ad aspettare.
Make it easy, make this easy
It’s not as heavy as it seems
Colonna sonora: Bouncing off clouds – Tori Amos
Iraklia è sempre là oltre le colonne d’Ercole, dove si sa che è proibito andare.
Colonna sonora: Viagens Interditas – Madredeus