Paros
A Paros sono arrivata di notte a bordo della Blue Star Patmos. Non li ho visti quindi gli scogli che oltre a quello della Poseidon Express nel 1996, provocarono il terribile affondamento della Express Samina il 26 settembre 2000 che Marco si era premurato di raccontarmi nei minimi dettagli. Ci furono 80 morti, tanto per dire.
Non ho visto gli scogli e anche il profilo dell’isola è rimasto misterioso per un po’. A dire il vero l’isola è per me tutt’ora avvolta un po’ nel mistero perché i giorni di permanenza non sono stati molti e come tutte le Cicladi anche questa sarebbe un gioiello da esplorare e vivere un po’ alla volta, percorrendone le strade tortuose e i saliscendi che, imitando le forme dei frattali, amplificano lo spazio e anche un po’ il tempo che qui a volte sembra proprio rallentare.
E infatti mi sembra impossibile riuscire a concentrare tutto quel poco che ho visto di Paros in un solo articolo. Ciò nondimeno ci proverò lasciando alle immagini il compito di aprire tutte le finestre possibili su ciò che di Paros non so.
Parikia è il capoluogo dell’isola, sviluppata attorno al porto da cui partono e arrivano i collegamenti con Atene e con le altre isole. C’è sempre qualche nave che va o che viene qui, per la gioia di chi ama la navigazione e i suoi vascelli.
Il villaggio è un centro pittoresco le cui viuzze tipiche si diramano a partire dall’antico “Kastro” Veneziano, costruito nel XIII secolo dal duca veneziano di Naxos che utilizzò elementi architettonici di antichi templi preesistenti.
Passeggiando per il Kastro si incontrano diverse piccole chiese, molte delle quali incastonate nelle mura, come la Panagia di Stavros (1514), Agia Anna, Agios Markos, Agios Stylianos e la sorprendente architettura di Agios Konstantinos, con un cortile coperto e una vista spettacolare sul mar Egeo.
Ma la chiesa principale di Parikia è la basilica di Panagia Ekatontapyliani, uno dei più importanti monumenti bizantini in Grecia. Costruita nel IV secolo il suo nome significa “vergine dalle cento porte”.
Le spiagge di Parikia sono gradevoli e rilassanti, i ristoranti sotto le pinete e sulle terrazze a mare invitano a godere di cose semplici proprio come la cucina greca, fatta di ingredienti sani e sapori buoni.
Naoussa, il secondo più grande villaggio dell’isola si trova sulla costa nord e vanta la più grande flotta da pesca delle Cicladi.
Costruita intorno al porto in epoca bizantina è un vero gioiello di quiete e eleganza, ogni scorcio si direbbe preso da una cartolina.
Lefkés è l’antica capitale di Paros, si trova all’interno disposta ad anfiteatro sui versanti del monte Aghion Pandon, dai quali sembra scivolare come una penellata bianca verso il mare.
Per trovare le spiagge di acqua cristallina tipiche delle Cicladi bisogna girare un po’, meglio con un quad, visto che le strade sono spesso bianche o dissestate.
Erano giorni di meltemi, il vento da nord che a volte soffia sul mediterraneo orientale in estate e abbiamo cercato riparo prima a Monastiri beach gioiello di acque cristalline in una piccola baia rocciosa prima di Naoussa e il giorno seguente alla Golden beach nei pressi di Piso Livadi.
Trovandosi a Paros una gita alla vicina Antiparos è d’obbligo. Si può raggiungere facilmente da Pounta in 10 minuti di traghetto. L’atmosfera qui è rilassatissima al villaggio come sulle spiagge. Noi siamo stati a sud all’elegante spiaggia di Soros e a quella un po’ hippy sul lato nord piena di ragazzi, musica e giochi.
Siamo partiti da Paros sull’Artemis, vecchia conoscenza che ci portò da Santorini a Folegandros qualche anno fa, nave che con i suoi 14 nodi (25 km/h) di velocità ci ha portato a Milos in “sole” sei ore.
Ma c’era chi non aspettava che questo: i tempi morti del trasferimento, l’incedere lento solcando in modo pigro le onde dell’Egeo, aspettando quello che verrà, come i gatti.