Pirelli Hangar Bicocca
E’ all’inizio del ‘900 che il quartiere Bicocca di Milano diventa uno degli insediamenti industriali più importanti di Italia, quando la Breda e poi Pirelli, Falck e Marelli si spostano in quest’area.
Gl edifici che ospitano oggi le esposizioni di arte contemporanea erano occupati originariamente dalla Pirelli: nello Shed, realizzato negli anni ’20 con mattoni a vista e tetti a doppio spiovente venivano costruiti componenti per locomotive e macchine agricole. Il Cubo e le Navate sono invece costruiti tra gli anni ’50 e ’60. In quest’ultimo edificio dal 2004 sono installati i I Sette Palazzi Celesti dell’artista tedesco Anselm Kiefer.
Depositi e baracche, demoliti attorno al 2000, sorgevano nel giardino dove dal 2010 è situata La Sequenza di Fausto Melotti.
A partire dagli anni ’80 l’area viene riqualificata con la creazione degli edifici universitari e di residenze private e nel 2004 Pirelli Hangar Bicocca viene trasformato in spazio espositivo per l’arte contemporanea.
Lo stesso anno viene presentata l’opera I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, concepita espressamente per questi spazi. Nel 2015 viene aperta al pubblico. Cinque opere pittoriche di grandi dimensioni si aggiungono alle sette torri, richiamandone i temi cabalistici.
Un’altra installazione permanente è l’opera di Fausto Melotti La Sequenza (1981) posta nei giardini antistanti l’ingresso come simbolica soglia.
Le mostre temporanee attualmente presenti sono invece quella dedicata a Lucio Fontana, Ambienti/Environments eTake me I’m yours, un’esposizione collettiva di oltre 50 artisti.
Ambienti/Environments raccoglie nello spazio delle Navate per la prima volta nove Ambienti spaziali e due interventi ambientali, realizzati da Lucio Fontana tra il 1949 e il 1968 per gallerie e musei italiani e internazionali. Si tratta di stanze e corridoi concepiti e progettati dall’artista e quasi sempre distrutti al termine dell’esposizione, opere sperimentali e meno note proprio per la loro natura effimera.
Take Me (I’m Yours) è una mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte. Il visitatore è infatti invitato a modificare, scambiare, acquistare, portarsi con sé o creare a sua volta parte delle opere esposte, modificando l’assetto dell’esposizione stessa che di fatto vive così di vita propria, potendo arrivare anche all’estinzione.
Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra la mostra ha avuto origine da una serie di riflessioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista Christian Boltanski sulla necessità di ripensare i modi in cui un’opera d’arte viene esposta. In particolare, l’idea per il progetto è iniziata con un lavoro di Boltanski costituito da montagne di vestiti di seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a disperdersi e a scomparire.
A Milano, accanto a Dispersion di Christian Boltanski, le opere di oltre cinquanta artisti sono allestite nei mille metri quadrati dello Shed di Pirelli HangarBicocca.