TA
Los Angeles, o meglio il lungo-oceano di Santa Monica. Quella è stata la prima cosa che mi è venuta in mente alloggiando sul lungomare di Tel Aviv.
Le palme, i palazzi moderni e soprattutto tutti quei giovani impegnati a correre e a fare sport sulla spiaggia hanno fatto sì che la memoria corresse proprio lì, dove guarda caso mi trovavo proprio negli stessi giorni 5 anni fa.
La Muscle beach di Santa Monica è dove per tradizione viene fatta risalire la nascita del fitness inteso come cultura fisica, impegno nel mantenere il proprio corpo sano ed efficiente, funzionale e di conseguenza dall’aspetto armonioso, ché non esiste bellezza senza uno scopo.
Tel Aviv è una città moderna vocata agli affari, ragione per la quale ero lì, infiltrata appresso a Marco che ci si trovava appunto per lavoro. Pochi giorni, ma sufficienti per rendersi conto che bisogna tornarci per visitare un po’ tutto quello che non si è fatto in tempo a vedere.
Per il momento però ho approfittato del mare. Caldissimo, pieno di pescetti contro i quali era impossibile non sbattere mentre ci si immergeva.
E della spiaggia. Finissima, ampia e incredibilmente poco affollata, nonostante ci trovassimo lì proprio tra due importanti feste ebraiche, il Capodanno e lo Yom Kippur.
Lungo la Promenade su cui si affacciano gli hôtel più lussuosi sfrecciano biciclette e monopattini elettrici, corrono ragazzi e ragazze atletici e c’è pure qualche gatto, segno inequivocabile che lì si può stare.
Più a nord, dove si trovava un tempo un porto ci sono i docks in cui ora numerosi ristoranti servono pesce freschissimo e buonissimo.
La sensazione è di essere in una città moderna e soprattutto sicura, l’assenza pressoché totale di forze dell’ordine per le strade ne è l’ulteriore prova.