Pista ciclabile Torbole-Dro
Non mi sono ancora abituata del tutto, lo ammetto. Per me tornare a casa è “tornare ad Arco”. Non posso concepire diversamente il percorso che mi porta lassù.
Dieci anni fa ho lasciato la mia patria di nascita allontanandomi progressivamente da dove avevo le mie radici. Si dice che più la chioma si estende in ampiezza dalla base del tronco, più profonde ed ampie esse sono.
Per ora mi trovo a circa 500 km di distanza. Se le radici sono proporzionate, la famosa mela che cade ha un ampio margine per dare i suoi frutti. Vedremo.
Non mi sono abituata del tutto, dicevo, al fatto che la mia famiglia si sia nel frattempo trasferita a Dro, che è un paesino che, per quanto gradevole, nulla ha a che fare con l’atmosfera e lo spirito dellla “Busa”, la conca che dalle sponde del Garda trentino arriva fino al castello di Arco, il punto più aperto e luminoso di questa piana dal clima mediterraneo.
Non mi sono abituata ma sto cominciando ad apprezzarne alcune peculiarità, come la Coop e la neo-inaugurata Conad, dove trovo i tarallucci per il Marco (e tante altre cose) e soprattutto il Supermarket della Calzatura, vera miniera di innumerevoli scarpette “numero 35 che calza piccolo” che mi rendono oltremodo felice.
Ok scherzi a parte, Dro è un paesino non troppo vitale, ma che ha anche i suoi lati positivi, in fondo.
Uno è la bellissima pista ciclabile che lungo il fiume Sarca la collega (toh!) al lago.
Non la conoscevo affatto nel suo tratto tra Dro ed Arco, ma negli ultimi mesi, durante i miei ripetuti soggiorni in famiglia, è diventata un percorso piuttosto abituale e devo dire che i suoi scorci hanno qualcosa di davvero idilliaco. Salici piangenti, canneti, un sacco di vegetazione, fiori di campo, natura un po’ selvaggia fanno da cornice a chi voglia pedalare sulle rive del fiume lungo il suo tracciato fatto anche di ponti e caratteristiche passerelle.
Sono 11 km per arrivare fino a Torbole, una passeggiata breve e gradevole che porta infine al lago.
Il tratto tra Arco e Torbole, invece, non solo lo conosco molto bene, ma ci ho trovato pure le stesse persone che lo percorrevano 10 anni fa. La mia amica Cristina aveva solo un piccolo dettaglio in più rispetto ad allora, un seggiolino con una bimba già molto più cresciuta di quello che avrei supposto.
Il professore baffuto e consorte che erano soliti frequentare il Lido Blu invece erano identici.
Ho riso di stupore ma soprattutto di sollievo. Le cose che non cambiano rassicurano tanto, rassicurano tantissimo.