Parco Nazionale di Krka
Tanto per cominciare diciamo subito che la settimana di Ferragosto non è proprio per niente la migliore per visitare questo luogo favoloso, che sprigiona bellezza e naturalezza da ogni goccia di vapor acqueo che galleggi nell’atmosfera dei suoi 109 km² (si km, non mi sono sbagliata).
Non è proprio per niente la migliore, ma quella avevamo, quindi l’unica soluzione è stata quella di cercare di fare astrazione (ommmmh) dalla folla brulicante, rumorosa, insomma molto fastidiosa (di cui peraltro noi stessi facevamo parte) che ingombrava il sentiero attrezzato e le cascate del parco.
Il parco nazionale di Krka comprende una parte del fiume omonimo, il lago Visovačko e una serie di cascate, tra cui le più famose sono le Skradinski Buk (cascate di Skradin).
Le cascate si formano quando il fiume Krka oltrepassa le barriere di tufo, formazioni naturali di calcare, che nella cascata più famosa arrivano a formare ben 17 gradini per un’altezza totale di 46 metri.
Le ultime sono le più impressionanti arrivando a raggiungere i 10 metri di altezza.
Alle cascate di Skradin si può arrivare a piedi, in navetta o in barca. Noi, nonostante il caldo infernale, siamo voluti scendere a piedi, per godere un po’ anche del paesaggio naturale offerto dal bosco circostante.
Una volta arrivati a valle un percorso ad anello fatto di passerelle e sentieri conduce, attraverso punti panoramici idilliaci, alle cascate più famose, quelle di Skradin, dove si può fare il bagno, nel nostro caso davvero gradito, vista la necessità di rinfrescarsi dalla calura ferragostana.
Immagino che le cascate di Skradin abbiano tutt’altro fascino in qualunque altro periodo dell’anno. Confesso che la visione che ne ho avuto io mi ha fatto pensare a un qualche girone infernale, con la visione di tutti quei corpi immersi a metà fra le rocce di tufo giallastre.
Nel parco ci sono altre cascate altrettanto spettacolari, come quelle di Roški Slap o di Manojlovački Slap oltre a molte altre mete interessanti che vale la pena visitare, avendone il tempo e la voglia.
Noi abbiamo optato per la gita al Monastero francescano di Nostra Signora della Misericordia sull’isoletta di Visovač.
La gita in barca è stata piacevolissima, come solo i trasferimenti lenti e a fior d’acqua possono esserlo.
Il tragitto (o nòlo, come avrebbe detto mio papà) fino all’isola dura tre quarti d’ora all’andata e altrettanto al ritorno, tre quarti d’ora in cui si ha il tempo di diventare tutt’uno con il verde dell’acqua e della vegetazione, di lasciarsi inglobare nel silenzio rotto solo dall’incomprensibile chiacchiericcio in croato tra il barcaiolo e gli altri turisti (tutti autoctoni, stranamente) e di pensare. A volte ci si dimentica quanto pensare sia bello, può metterti in pace con il mondo, se vuoi.
Dopo il monastero la gita è proseguita, in maniera diciamo così “autonoma” lungo un canyon scavato nelle rocce dal fascino davvero contrastante con il paesaggio in cui ci trovavamo immersi fino a un attimo prima.
Note to self: la prossima volta che ci si viene, prevedere l’arrivo la mattina presto.