Kod sfinge vaneuropske zviri
Ok, mi rendo conto che sembra di tutto tranne il nome di un ristorante, ma lo era fidatevi.
Non chiedetemi cosa voglia dire quella pappardella perché non mi è stato di aiuto nemmeno google translate, che non sembra neanche riconoscere il croato come lingua sorgente. Peraltro se inserisco parola per parola ne esce qualcosa come “nella sfinge del prigioniero extraeuropeo”, vabbè. Inutile dire che se c’è qualcuno che conosce il croato, lo ringrazio anticipatamente per fornirmi la traduzione di questa frase, perché alla proprietaria che ci ha splendidamente accolto e servito proprio non ho pensato di chiederlo, concentrata com’ero sulle delizie che ci proponeva dal suo menù.
La cucina croata è per lo più semplice, si mangia bene, i prodotti sono genuini, pesce fresco, carne allevata in loco cucinata per lo più alla griglia, verdure di stagione, piatti semplici e gustosi. Solo a Bol ci siamo trovati a cenare in un ristorante molto raffinato con piatti più creativi (e devo aggiungere deliziosi).
Qui a Spalato al ristorante “Kod sfinge” oltre ad aver mangiato piatti veraci, di quelli che senti il sapore delle cose buone, cucinate con amore per il proprio lavoro, abbiamo potuto godere di un servizio fantastico.
Anche qui, come in tutte le città turistiche, i ristoranti si moltiplicano in modo spropositato rendendo difficile la scelta. Lo ammetto, non mi servo mai di tripadvisor o servizi simili, in vacanza preferisco affidarmi alla sorte. E all’intuito, che spesso ci azzecca.
Come questa volta, quando, soffermatici all’incrocio tra un vicolo e una scalinata per decidere in quale ristorante andare a cena, ci siamo fidati del commento, in italiano quasi perfetto, della signora che con fare esperto stava servendo ai tavoli del “Kod Sfinge”.
Lei è la proprietaria e l’italiano lo conosce, oltre che per un’evidente propensione innata all’apprendimento delle lingue, soprattutto perché il marito lavorava come chef sulle navi da crociera della Costa. Ora a Split delizia i palati dei turisti che hanno la fortuna di sedersi ai lori tavoli.
Tanti sono i piatti presi dalla cucina tradizionale, altri piatti classici sono invece rivisitati dalla perizia dello chef.
Nell’imbarazzo della scelta noi ci siamo affidati ai di lei consigli che si sono rivelati preziosissimi. I piatti squisiti avevano un unico difetto: le porzioni erano talmente abbondanti da non permettere proprio l’assaggio del dolce, che, sulla carta, era ancor più promettente di tutto il resto.
Niente, tocca proprio tornare (e non prendere l’antipasto).