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Salona

Salona, le cui rovine sono situate vicino all’odierna Split, fu la capitale della provincia romana della Dalmazia e giocò un ruolo importante nell’ultima fase della storia dell’impero Romano.
Fondata da Giulio Cesare verso il 40 a.C, ebbe lo status di civitas dell’impero, come dimostrano i resti di un teatro e di un anfiteatro. Uno dei periodi più importanti della città fu quello del regno di Diocleziano (284-305) che aveva fatto costruire il suo palazzo nelle immediate vicinanze.
Ai tempi dei primi cristiani Salona fu uno dei più importanti centri dell’impero Romano. La popolazione cominciò a diminuire dal 640, all’epoca delle invasioni degli Avari e degli Slavi, quando la popolazione trovò riparo dietro le solide mura del palazzo di Diocleziano o sulle isole nell’Adriatico.

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Manastirine

I resti della basilica e del cimitero di Manastirine sono situati al di fuori della città, a nord est, e costituiscono il più importante cimitero paleocristiano di Salona.

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In quest’area sono stati trovati i primi resti dell’antico agglomerato urbano, risalenti al II sec. a. C. e una prima necropoli pagana sembra vi esistesse dal I sec. d. C.
Il primo funerale cristiano celebratovi fu quello del vescovo martire Domnio, la cui esecuzione avvenne nel 304 durante le ultime persecuzioni cristiane ad opera di Diocleziano. Dopo la sua inumazione in loco molte cappelle vennero costruite a servire da tombe agli altri cristiani che volevano essere inumati al suo fianco.

Alla fine del IV secolo durante le incursioni germaniche il complesso fu parzialmente distrutto, dopodiché, nella metà del V secolo vi fu costruita una grande basilica a tre navate , successivamente ingrandita e modificata, che restò meta di pellegrinaggio alla tomba di Domnio fino al VII secolo.

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Le mura della città

La costruzione delle mura di Salona richiese parecchi secoli. La parte più antica della città aveva forma trapezoidale ed era circondata da mura dal II secolo a. C. 
Con la Pax Romana Salona cominciò ad espandersi gradualmente oltre le mura, ma durante il regno di Marco Aurelio le incursioni germaniche obbligarono i salonitani a costruire altre fortificazioni. Anche l’anfiteatro fu inglobato nelle nuove mura, in quel periodo Salona aveva dunque una forma elissoidale lunga 1600 metri e larga 700.
Nel periodo bizantino vennero rinforzate e furono aggiunti elementi triangolari e torri quadrate.

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Il Centro Episcopale

Il centro dell’antica Salona si trova nella parte  est, nei pressi dell’oratorio cristiano, dove i primi cristiani si ritrovavano segretamente per le loro preghiere. Questa era la più antica chiesa di Salona e fu usata dalla metà del III secolo dal Vescovo Venanzio.
Era situata nei bagni di una casa privata, riadattati all’uso. Dopo l’Editto di Tolleranza di Costantno nel 313 in questo stesso luogo fu costruito un centro episcopale costituito da due basiliche, un battistero e un palazzo episcopale

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I Cinque Ponti

Nella parte periferica ad est, oltre le mura della città più antica correva il letto occidentale dello Jadro (l’antico Salon), che nel I secolo a.C era attraversato da un ponte a 5 campate sostenuto da massicci pilastri situato sul decumanus maximus, la via principale della regione

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Porta Cesarea

Il primo nucleo della città di Salona era circondato da mura e torri fortificate. Durante il regno dell’imperatore Augusto fu costruita una monumentale porta ad est, la Porta Caesarea. Fiancheggiata da due torri ottagonali aveva probabilmente due piani con arcate e colonne e decorazioni elaborate. La porta fu parzialmente usata per accogliere l’acquedotto.
Con l’espansione della città perse la sua funzione originaria e divenne una sorta di arco di trionfo.

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Anfiteatro

I resti di un anfiteatro, un edificio monumentale eretto nella seconda metà del II secolo d.C: sono situati nella parte nord-occidentale dell’antica Salona. Fu costruito a livello del suolo, tranne per la parte nord che si appoggiava sul fianco di una collina. La costruzione aveva quindi tre piani nella parte sud e uno solo nel lato nord.

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La sua ellisse di 125 metri per 100 poteva contenere fino a 17.000 spettatori. All’epoca di Diocleziano l’ultimo livello su cui si poteva stare solo in piedi era coperto da dei porticati. Attraverso dei pali posti sulla struttura esterna tutta l’area poteva essere ricoperta da tende che la proteggevano da sole e pioggia.

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Nella parte sud era presente una loggia per il governatore della provincia e dalla parte opposta i posti d’onore per i magistrati.
Al centro dell’arena c’era una botola che portava direttamente nei sotterranei, attraverso la quale i corpi senza vita dei gladiatori venivano portati via. Nella parte meridionale esistevano due stanze a volta in cui i gladiatori facevano i loro voti a Nemesi, dea della vendetta e del destino.
All’inizio del V secolo i combattimenti tra gladiatori vennero vietati, mentre continuarono quelli con gli animali.

Solo le parti delle strutture sotterranee e qualche elemento delle decorazioni architettoniche sono rimasti di questa struttura. I maggiori danni al monumento risalgono alle guerre contro i Turchi del XVII secolo, quando fu distrutto dai Veneziani per ragioni strategiche.

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