Cap Sosno
Dal 27 aprile al 27 settembre la cittadina di Saint-Jean-Cap-Ferrat ospita un’esposizione à ciel ouvert di opere monumentali di Sacha Sosno.
L’artista, scomparso tre anni fa, è noto per essere uno dei principali esponenti della “Scuola di Nizza”, movimento nato a partire dalla fine degli anni ’50 che raggruppa varie correnti e artisti del calibro di Yves Klein, Arman e Venet.
Una delle sue opere più incredibili è la struttura della Tête au Carré Géant che ospita a Nizza gli uffici della Biblioteca, ma sono molte le sue opere monumentali presenti nell’architettura azuréenne.
Spuntano a volte un po’ a sorpresa nel tessuto urbano, come la grande statua di donna intrappolata nella facciata del AC Hôtel o il cavallo incastrato nel suo salto che si trova all’ingresso dell’Ippodromo di Cagnes-sur-mer.
O la fontana che si trova aux Arénas o un’altra sua più recente scultura abitata, Le Guetteur, che si trova al centro commerciale Polygone Riviera
Qui la galleria delle sue maggiori realizzazioni urbane.
Per quel che riguarda le sculture la sua cifra stilistica principale è stata definita quella dell’obliterazione. Si tratta di un’arte della cancellazione che per lo più mira a far diventare presenza un’assenza, ma anche a ratificare, attraverso una sorta di “stampigliatura” che l’oggetto è stato usato e non serve più.
L’esposizione a Cap Ferrat è una passeggiata attraverso 15 opere che si propongono di percorrere “L’Art de cacher pour mieux voir”, l’arte di nascondere per vedere meglio.
Aperture che si aprono su campiture metalliche monocrome che diventano in questo modo cornici ricche di significato per il panorama che si apre davanti ai nostri occhi, in questo caso quello superbo di Cap Ferrat.
E poi forme, busti e corpi in cui i vuoti si fanno pieni e silouhettes stilizzate che diventano a volte oggetti utilizzabili, come la panchina Concertation.
L’esposizione, inserita com’è in un tessuto urbano e paesaggistico corrisponde alla perfezione, come tiene a ricordare la moglie di Sacha, Maschat Sosno al desiderio dell’artista di «sortir des galeries, des musées, pour investir les boulevards, les ports, les façades, les toits, les jardins…»