La Tour Eiffel
Come hanno fatto 324 metri di “ferraglia” a diventare il simbolo di una delle città più belle d’Europa?
Di sicuro in parte si deve al fatto che la Tour Eiffel è rimasta per 41 anni il monumento più alto al mondo e ancora oggi la sua piattaforma superiore è uno dei più elevati punti di osservazione europei.
Non a caso si dice che “l’altezza è mezza bellezza” (ma meglio non ripeterlo troppo che poi noi piccolette ci crediamo).
Costruita nel 1889 in occasione dell’Esposizione Universale, ha richiesto più di due anni di lavori e deve in seguito la sua sopravvivenza (era destinata infatti ad essere smantellata 20 anni dopo) a être devenue un truc de radio, come ha distrattamente pronunciato una turista incrociata durante la salita, al fatto cioè che fu utilizzata per sperimentare le prime trasmissioni radio e di telecomunicazione.
Ma secondo me c’è dell’altro. Gran parte del suo fascino credo sia dovuto alla sua forma cuneiforme, che ne fa una freccia rivolta verso il cielo, quasi un razzo pronto a decollare dalla sua rampa su quelle quattro bizzarre zampe che la fanno assomigliare a una sorta di animale fantastico.
E anche alla incredibile leggerezza della sua struttura, considerate le sue dimensioni: metallo e aria, l’orizzonte di Parigi è segnato in modo emblematico da una specie di merletto di ferro, forte ed elastico, capace di assecondare i venti e le oscillazioni al suolo.
E se è il monumento a pagamento più visitato al mondo un motivo ci sarà: la sua visione è spettacolare, ma anche la vista che si gode da esso è un’esperienza unica.
L’accesso al secondo piano può essere fatto in due modi, per le scale o in ascensore. Noi abbiamo scelto il primo, per godere appieno delle prospettive che si aprono sulla struttura stessa.
704 scalini portano ai 115 metri di questa tappa intermedia, passando per il 1° piano , dove si trova il pavimento trasparente, che permette un’esperienza sul vuoto decisamente impressionante.
La salita all’ultimo piano si fa in ascensore
Già dal secondo piano la vista è stupefacente e dà la misura della grandezza dei maggiori monumenti parigini che si stagliano in modo quasi sfacciato in mezzo ai celebri tetti di zinco.
Ma è solo dalla vetta che si apprezza la vastità della città che si estende sotto i propri piedi.
La visione dall’alto è sempre speciale: la distanza dal suolo allarga l’orizzonte e permette di abbracciare le cose nel loro insieme dando loro un senso in più. Si vede di più e spesso anche meglio da lontano.
Ma permette anche di cambiare le prospettive, di rovesciare un po’ le dimensioni e di alterare, anche se solo per un po’, la realtà.