Malta – Tra Valletta e Paceville
Un breve soggiorno a Malta può avere un solo risultato: il proposito di tornarci ancora per conoscerla meglio.
L’isola è piccola, 316 km2, ma talmente densa di storia e di storie da estendersi attraverso una quarta dimensione profondissima.
Ma c’è di più: anche dal punto di vista geografico essa ha una struttura curiosa, per lo meno per quel che riguarda il tratto di costa tra St.Julian e Valletta, che si articola in baie, insenature e insenature di insenature così da dare l’impressione quasi di percorrere il profilo di un frattale, in cui si perde il senso dell’orientamento e della misura. Tutto sembra vicino, ma per raggiungerlo (se non hai le ali o un traghetto) devi percorrere chilometri.
Anche per questo è uno di quei rari posti in cui il mio affidabilissimo senso dell’orientamento ha vacillato: a parte il fatto che la zona più popolosa dell’isola è quella che si trova sulla costa che va da nord-ovest a sud-est (ma mi rendo conto che la necessità che l'”acqua” si trovi a sud è un problema tutto mio), il fatto di cambiare continuamente l’orientamento della marcia seguendo un tracciato incredibilmente tortuoso è stato in grado di confondere anche me.
Ma torniamo alla storia: Fenici, Romani, Arabi, Normanni e poi i Cavalieri di San Giovanni sono passati da questo punto strategico del Mediterraneo, fino ad arrivare all’occupazione Napoleonica del 1798 seguita dalla conquista britannica. L’isola è diventata Stato indipendente nel 1964, divenendo membro del Commonwealth, ma la cultura britannica ha lasciato tracce molto evidenti.
Oltre alla lingua (l’inglese è lingua nazionale assieme al maltese, che deriva da un dialetto arabo con influssi da numerosi altri ceppi linguistici), il Regno Unito ha lasciato qui infatti l’uso della guida a sinistra e altre amenità come il tè, i pub e.. le cabine rosse!
Ai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni si deve uno dei particolari più conosciuti al mondo, la Croce di Malta a otto punte. Anche la capitale La Valletta prende il nome da un esponente dell’Ordine, che fu il suo fondatore, il Gran Maestro Jean Parisot de la Valette.
Questa imponente città barocca fortificata è stata eretta sulle rocce della penisola di Mount Sceberras, che si erge a picco sulle due insenature di Marsamxett e Grand Harbour. Edificata a partire dal 1566, La Valletta fu completata, con i suoi imponenti bastioni, le fortezze e la cattedrale, in soli 15 anni.
Le strade della cima di questa specie di “Rocher” mediterraneo sono disposte a griglia, ma mano a mano che ci si allontana dal cocuzzolo esse assumono un andamento a saliscendi che le rende davvero particolari.
I colorati balconi coperti tipici dell’architettura maltese sono di origine araba e si chiamano gallarija e gardjoli. Usati dalle donne per osservare l’andirivieni nelle strade senza essere viste dall’esterno, sono di legno e dipinti con gli stessi colori vivaci dei luzzu, le barche usate dai pescatori.
Il porto che si estende a nord divide la città da Sliema, una delle zone più commerciali e turistiche dell’isola. Un traghetto rende il passaggio agevole e veloce, ma non abbiamo potuto prenderlo, in quanto sospeso per i temporali del giorno precedente.
Sliema, St.Julians, Paceville sono gli agglomerati che si estendono lungo la costa verso nord. Urbanisticamente non c’è soluzione di continuità tra essi, ma gli abitanti continuano a considerarli come villaggi distinti, e ognuno ha in effetti un suo carattere preciso: Sliema con i suoi negozi e centri commerciali, St.Julian con gli alberghi e le residenze lussuose e Peceville con i locali notturni e la sua vocazione al divertimento.
L’isola è un fermento di costruzioni e c’è da scommettere che per quanto vicina potrà mai essere la nostra prossima visita, questa zona la troveremo sicuramente molto diversa.
E ci torneremo, non fosse che perché ho scoperto solo una volta rientrata che a Sliema, a pochi passi da dove abbiamo alloggiato e nei pressi della grande statua del Gatto, c’è una sorta di rifugio per i felini locali, con predisposte cuccette e con tanto di “ristorante” dove gli abitanti servono loro i pasti. Tocca tornare.
Per i Gatti.