So’Riso Bistrot
Ci siamo capitati davvero per caso, senza sapere che questo locale così speciale aveva aperto da poco, attirati un po’ dall’aspetto informale ma accogliente e dall’atmosfera che si intuiva da fuori e un po’, una volta avvicinatici, dal menu esposto che prevedeva piatti unici veloci ma, all’apparenza, sani e gustosi, abbinamento che corrispondeva un po’ a quello che stavamo cercando per quella sera.
Eh lo so, “cena veloce sana e gustosa” sembrerebbe un duplice ossimoro, dal momento che troppo spesso quando il cibo è “fast” si sa già che a rimetterci in genere è la qualità di ingredienti e sapori, ma noi siamo degli inguaribili ottimisti e siccome ci crediamo sempre, a volte veniamo anche premiati.
Come questa volta.
Il bistrot So’Riso di via Magenta a Milano -abbiamo scoperto poi chiacchierando con Monica Bagni che lo gestisce con competenza ed entusiasmo- nasce da un’idea di Valentina Scotti, la figlia del “Signor Riso” per intenderci, che ha avuto l’illuminazione di creare un’esperienza alimentare nuova e salutare basata sui cereali antichi senza glutine declinati in vari modi a seconda del momento della giornata cui sono destinati.
“Yogurt and rice” recita l’insegna, perché qui non solo si possono mangiare vere e proprie portate (piatti unici, risotti mantecati, vellutate e insalate) e gustare ottimi aperitivi, ma è prevista anche la colazione a base di dolci senza glutine e yogurt (cremosi e gelato) con topping ai cereali, frutta e cioccolato.
Alla base ci sta la voglia di coniugare tradizione cerealicola e benessere in cucina, fantasia, sapore e salute e dal risultato che abbiamo potuto gustare noi stessi direi che ci sono proprio riusciti.
Il nostro piatto, un pollo in crosta di mais servito con riso rosso era delizioso. Ad accompagnarlo delle sottilissime gallette di riso allo zafferano che, abbiamo scoperto poi, sono fatte sul posto con una speciale macchina.
Qui si possono anche acquistare i vari prodotti del brand, un’ampia scelta di cereali e prodotti derivati.
Una bella scoperta, un’insegna a cui auguriamo tanta fortuna e, perché no, anche l’espansione oltre i confini nazionali, che -per dire- anche qui in Francia non ci starebbe niente male una novità di questo genere.