Ritorno alle Saintes-Maries-de-la-Mer
Non sapevamo bene cosa fare dei pochi giorni attorno a Ferragosto in cui volevamo darci un po’ di tregua in questa estate difficile. E dovendo scegliere un posto non troppo lontano il mio pensiero assetato di quiete è corso veloce lì, alla Camargue e alla sua capitale.
Alle Saintes-Maries ci eravamo già stati, una volta in pieno inverno (qui l’articolo scritto in quell’occasione con una breve storia e geografia dei luoghi) e una seconda in primavera sotto un discreto vento di mistral.
In estate la città diventa molto più vivace e non ci si può aspettare niente di diverso da terrazze di ristoranti piene di turisti, musica nelle piazze, eventi nell’arena, spiagge movimentate e giochi di bambini.
Anche i gatti escono allo scoperto quando l’aria estiva è permeata di tanti buoni profumini di pesce e paella.
Ma la Camargue è regione, oltre che di grande cuore, anche di grandi spazi aperti, di natura quieta, di corsi d’acqua pigri, di sentieri sterrati e distese sabbiose, di campi di riso e rustiche garrigue, di animali in libertà e di uomini liberi. E’ facile quindi ritagliarsi il proprio angolino silenzioso durante un’escursione o ai bordi di una sonnolenta piscina.
Molti hotel attorno alla città sono stati ricavati da antiche manades (le fattorie con allevamento di cavalli e tori tipiche della regione) e si trovano quindi immersi nella campagna, nella tranquillità più assoluta. Quasi tutti possiedono ancora dei cavalli per le classiche promenades là dove non si può arrivare con mezzi a motore, lungo i rami del fiume, a fianco degli étangs, nella macchia mediterranea o verso il mare selvaggio che si estende a est della città.
La chiesa di Notre-Dame-de-la-Mer è il cuore della città, dalla sua terrazza si può godere di un panorama a 360° di incredibile respiro.
I colori in questa stagione sono pura magia. Quello che regna qui è il rosso, che sia quello del tramonto, quello degli abiti delle gitane o quello della sangria, ha comunque il potere di accendere qualcosa dentro.
I sapori sono soprattutto quelli del mare, ma non si può mancare l’assaggio delle specialità della zona, come la gardianne de taureau, i piatti di influenza catalana (affettati iberici, paella, fideua) e ovviamente il riso di Camargue. Sangria e vin des sables annaffiano il tutto adeguatamente.
L’immersione nella natura che questi posti permettono di realizzare merita un discorso a parte. Sul fiume, a cavallo, in bici, in canoa, decidere quale tipo di escursioni fare nel poco tempo a nostra disposizione è stato un vero dilemma.
Ma pas de souci, si può andar tranquilli perché si sa che la Camargue ti premia sempre e comunque.