Pedalata di Natale al Lago di Cavedine
Sono state davvero poche le volte, in questi ultimi anni, in cui il nostro viaggio in terra trentina per festeggiare il Natale ha coinciso con giornate di brutto tempo.
Il Lago di Garda ha un effetto benefico sul clima invernale della zona, tenendo lontana la nebbia che in genere affligge la pianura che si estende a sud e regalando giornate limpide con temperature molto gradevoli rispetto alla latitudine dei luoghi.
Anche quest’anno abbiamo avuto la fortuna di un Natale soleggiato e la tradizionale gita della mattina del 25 dicembre ha coinciso con una pedalata attraverso il biotopo delle Marocche di Dro e lungo le coste del lago di Cavedine. Questo il percorso completo, 18 chilometri con un dislivello di un paio di centinaio di metri e un po’ di saliscendi non troppo impegnativi, se si eccettua la prima salita con pendenza del 20% che si deve affrontare poco dopo la partenza.
La pista ciclabile parte da Dro e costeggiando il fiume Sarca poco dopo si arriva alla Centrale Fies, uno dei più importanti esempi di architettura industriale della regione. Questa vecchia centrale idroelettrica è oggi trasformata in centro teatrale che si pone come punto di riferimento per la cultura contemporanea della provincia.
A est del fiume si è sovrastati dalla grande voragine che si aperta nelle pareti rocciose all’epoca della frana che ha dato luogo all’incredibile paesaggio attorno al quale ci troviamo a pedalare.
Le Marocche (“sassi voluminosi” in dialetto trentino) di Dro costituiscono, per estensione e volume, il più imponente fenomeno di frana per crollo e scorrimento roccioso a livello europeo.
Si sono formate circa 200.000 anni fa, durante le fasi di ritiro dei ghiacciai, per effetto dell’allentarsi della spinta sui fianchi dei soprastanti Monte Brento e Monte Casale, che ne ha fatto franare le pareti.
Anticamente in quest’area della Valle del Sarca, vivevano i dinosauri, come testimoniano le tracce fossili di due dinosauri, ritrovate nel 2000, nelle Marocche di Dro, un carnivoro e un erbivoro di oltre 6 metri di lunghezza.
Oggi è una riserva naturale con una flora e una fauna specifica attraversato da sentieri che permettono di passeggiare in un paesaggio lunare davvero unico.