Musée Jean Cocteau à Menton
Realizzato da Rudy Ricciotti, il cui progetto vinse il concorso lanciato nel 2008 per la costruzione del nuovo museo, esso raccoglie le opere di Cocteau donate da Séverin Wunderman alla città di Menton.
Una prospettiva di colonne sinuose che costeggiano il mare facendo eco alle sue onde, le arcate che si prolungano in varchi fluttuanti sul soffitto, lasciando entrare la luce incisiva tipica della Riviera: il parallelismo con l’opera dell’artista di cui si fa scrigno è evidente nella dicotomia tra luce ed ombra che la pervade.
Il Museo, dapprima limitato alle sale del Bastione, si è reso necessario in seguito alla donazione di Séverin Wunderman, collezionista americano di origine belga, appassionato dell’opera di Cocteau, che dopo aver raccolto sue opere per tutta la sua vita fonda nel 1958 un museo dedicato all’artista in California. Ma l’idea è quella di far approdare queste opere in Francia e più precisamente a Menton, scelta dallo stesso Cocteau; nel 2005 le 1800 opere, di cui 990 di Cocteau, vengono donate alla città.
La collezione permanente è arricchita, oltre che dalle opere di quella già esistente del Bastione, anche di 240 fotografie di Lucien Clergue, donate dallo stesso fotografo, legate all’opera di Cocteau.
Il percorso museale viene rinnovato tutti gli anni, proponendo ogni volta una lettura della sua opera da una prospettiva differente.
Fino al 2 novembre 2015 possiamo scoprirvi “Gli Universi di Jean Cocteau”. Attraverso l’incrociarsi dei vari mezzi espressivi esplorati dall’artista -poesia, romanzo, scultura, pittura, cinema- in ognuno dei quali egli affronta le sue ossessioni.
La stella con cui l’artista amava firmarsi campeggia al centro della sala dando origine con i suoi raggi agli spazi luminosi del piano terra, mentre in quelli più bui del piano interrato la luce lascia spazio all’ombra, sia fisica che tematica: linearità, corrispondenza e indagine cedono il passo all’oscurità dell’insondabile e della morte.
Il percorso parte dalla Perception. In questa sezione risalta l’importanza data all’occhio, legame tra interno ed esterno, forma magica che unisce il noto all’ignoto.
Nei profili che l’artista disegna l’occhio si dirige in lontananza, sia che si tratti dell’occhio-pesce che naviga le profondità marine, sia dell’occhio-stella, che si integra nelle costellazioni più lontane.
Si prosegue sondando il tema dell’ Endroit/Envers. Il doppio è presente ovunque nella sua opera poetica e figurativa, manifestandosi dapprima attraverso i giochi di parole, i calembour o le poesie “da leggersi allo specchio”.
Anche le numerose statue che popolano il suo cinema simboleggiano un mondo parallelo a quello degli uomini.
Intermédiaire è la terza sezione, in cui è il passaggio in quanto stato fisico o dell’anima, ad essere indagato. Nella sua opera troviamo numerosi personaggi che vivono in uno stato di transizione, come l’addormentato e l’angelo.
Al piano interrato ci avviciniamo alla Spiritualité dell’artista, che si avvicinò alla religione e all’esoterismo.
E agli Amours: amore e morte sono fortemente intrecciati nella sua opera e le implicazioni insite nella dichiarazione della sua omosessualità segnarono fortemente la sua ispirazione poetica e figurativa.
Ultimo capitolo è quello dedicato a l’Espace Temps. Negli anni ’50 Jean Cocteau si interessa alla fantascienza e ai fenomeni paranormali. La “dégravitation”, simboleggiata dal peso di piombo che sale verso il cielo, riflette una verità ormai universale: l’uomo non è più il centro dell’universo.