Biot
Aprile 1, 2014
Il “vieux village” è formato da un insieme di viuzze in parte ciottolate che si diramano dalle principali porte di accesso verso il fulcro ideale del paese, la place des Arcades, il centro del primo insediamento di Biot e una sorta di anticamera alla chiesa di Sainte-Madeleine.
La chiesa è stata ricostruita nel XV secolo, assieme al paese, sulle rovine di un’antica chiesa romana del XII secolo, essa stessa a sua volta probabilmente edificata su un santuario romano; è una delle rare chiese francesi in cui si scende attraverso una scalinata verso la navata.
Due sono le porte di accesso al villaggio ancora coservate: la Porte de Migraniers (melograni), in cui è ancora possibile vedere l’antico camminamento di ronda e le due torri, e la Porte des Tines, inserita in un insieme urbano costituito da una torre quadrata e da un lavatoio.
Oggi Biot è conosciuta soprattutto per il suo vetrificio. Creato nel 1956 da Eloi Monod, quello del “Biot vetro” è un marchio registrato, la cui caratteristica principale sono le bolle che si creano al suo interno.
Donato nel 1209 all’ordine dei Templari il villaggio che sorge nell’entroterra di Antibes passa da periodi di decadenza ad altri di rinascita fino all’epoca recente in cui da un lato la zona diventa sede del polo scientifico di Sophia-Antipolis, dall’altro si sviluppa l’arte vetraia del tipico “vetro a bolle di Biot”.
Il “vieux village” è formato da un insieme di viuzze in parte ciottolate che si diramano dalle principali porte di accesso verso il fulcro ideale del paese, la place des Arcades, il centro del primo insediamento di Biot e una sorta di anticamera alla chiesa di Sainte-Madeleine.
La chiesa è stata ricostruita nel XV secolo, assieme al paese, sulle rovine di un’antica chiesa romana del XII secolo, essa stessa a sua volta probabilmente edificata su un santuario romano; è una delle rare chiese francesi in cui si scende attraverso una scalinata verso la navata.
Due sono le porte di accesso al villaggio ancora coservate: la Porte de Migraniers (melograni), in cui è ancora possibile vedere l’antico camminamento di ronda e le due torri, e la Porte des Tines, inserita in un insieme urbano costituito da una torre quadrata e da un lavatoio.
Oggi Biot è conosciuta soprattutto per il suo vetrificio. Creato nel 1956 da Eloi Monod, quello del “Biot vetro” è un marchio registrato, la cui caratteristica principale sono le bolle che si creano al suo interno.
La fabbrica è visitabile e durante la settimana sono previste visite guidate. Senza di queste riesce un po’ difficile comprendere le fasi del complesso lavoro di questi artigiani, i cui movimenti sapienti sembrano incastrarsi l’uno con l’altro come per magia, fino a creare da un magma informe e rovente oggetti cristallini variopinti dalle forme perfette.
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