9/11 Memorial e One World Trade Center
Non si può pensare alla skyline di Manhattan senza che il pensiero vada alla sua mutilazione più atroce.
Non si può non essere profondamente toccati nel vedere la città disseminata di monumenti che celebrano in qualche modo quell’assenza, il vuoto creato dal folle attentato del settembre 2001.
Questo il monumento che si trova sul waterfront di Jersey City:
e questo al Liberty State Park, sempre dall’altra parte dell’Hudson, dove l’assenza delle due torri deve aver drammaticamente pesato per anni sugli occhi di chi si trovava costantemente a fare i conti con quell’orizzonte orribilmente monco.
Il 9/11 Memorial è però il luogo dove l’evocazione della tragedia e il ricordo delle vittime raggiungono la loro vera sublimazione.
Due piscine che sorgono esattamente sul perimetro delle due torri abbattute; due fontane la cui acqua si perde in una sorta di pozzo di cui è impossibile vedere il fondo; due gigantesche cascate quadrate che scorrono ininterrottamente verso il basso.
A me sono venuti i brividi, tanto ho trovato forte quest’immagine di una caduta che si perpetua all’infinito.
E’ come se in quell’acqua continuassero, a futura memoria, a precipitare le torri e al tempo stesso le circa 3000 persone morte nell’attentato, i cui nomi sono incisi nel bronzo che riveste i bordi delle vasche.
Le due voragini sono per sempre lì, ma quella che viene inghiottita nelle viscere della terra è acqua pura e il suo scrosciare continuo è destinato a coprire per sempre il silenzio di chi non è più.
Michael Arad e Peter Walker, gli architetti il cui progetto è stato selezionato tra migliaia per la realizzazione di questo parco, difficilmente avrebbero potuto creare un luogo più evocativo e simbolicamente più intenso di questo.
Tra gli alberi del giardino ce n’è anche uno che fu tra i primi ad essere piantato all’epoca della costruzione delle due torri gemelle; sopravvissuto malamente all’attentato fu poi trapiantato nella simbolica sede attuale, quando un tornado riuscì ad estirparlo. Soccorso nuovamente ora è in ottima salute accanto ad una delle due piscine.
E a proposito di simboli -a ricordare quanto sbagliava chi affermava che dopo l’11 settembre “nulla sarebbe stato più come prima”- lì accanto sta per esser ultimata la torre del One World Trade Center, che è destinata ad essere la costruzione più alta dell’emisfero occidentale e la terza al mondo, raggiungendo l’altezza simbolica di 1776 piedi (541,3 metri), numero che richiama l’anno della dichiarazione d’indipendenza americana.
3 commenti
marco barsotti
we remember
we rebuild
we come back stronger.
(e quegli altri, invidiosi e rancorosi sono sempre la, braccati nei loro deserti).
Apolline
Tu connais certainement cette chanson savoyarde dont je ne doute pas qu’elle ait franchi le tunnel et le Val d’Aoste pour arriver jusqu’à vous …
“I – Là haut sur la montagne
L’était un vieux chalet
La neige et les rochers
Se sont unis pour l’arracher
Là haut sur la montagne
L’était un vieux chalet.
II – Là Haut sur la montagne
L’est un nouveau chalet
Car Jean, le coeur vaillant
L’a rebâti, plus beau qu’avant !
Là haut sur la montagne
L’est un nouveau chalet.”
Tes images sont superbes et ton texte bien émouvant. Moment fort de votre voyage. Plein de bisous à tous deux.
anto
♥