La Bella Gente
Presentato venerdì 4 febbraio in anteprima al cinema Rialto di Nizza La Bella Gente di Ivano De Matteo, è un film italiano che in Italia, dopo essere stato finanziato dal ministero dei beni culturali, non ha trovato distribuzione mentre qui in Francia ha vinto il Gran Prix al festival del cinema italiano di Annecy e verrà portato nelle sale cinematografiche a partire dal 16 febbraio.
La proiezione è avvenuta alla presenza del realizzatore che al termine ha risposto alle domande del pubblico soffermandosi sui temi più salienti trattati nel film.
La storia è quella di una ragazzina ucraina che si prostituisce su una strada di campagna tra le colline dell’Umbria. Questo è il luogo dove si trova a passare le vacanze estive gran parte della borghesia romana, installata in eleganti casali nella quiete della campagna.
Susanna (Monica Guerritore), una cinquantenne impegnata nel sociale, non riesce a sopportare la vista di Nadja (Victoria Larhcenko) sulla sua seggiolina a fianco della strada, maltrattata da sfruttatori e clienti e decide di “salvarla” portandola con sé assieme al marito Alfredo (Antonio Catania) nella residenza di campagna di famiglia. L’arrivo del figlio Giulio fa scattare una miccia che probabilmente sarebbe comunque esplosa: la sua attrazione per la ragazza è la causa del crollo di tutte le buone intenzioni di Susanna che alla fine la caccerà di casa abbandonandola al suo ovvio destino.
Sul piano sociologico il film traccia un quadro della borghesia di sinistra intrappolata nelle sue ipocrisie e incapace di far corrispondere l’ideologia all’azione.
Sul piano psicologico il tema è quello dell’altruismo come massima forma di egoismo. O meglio di un certo tipo di altruismo, di quello a termine che dice all’altro “ti aiuto, ma solo fino a quando non diventi un problema per me”.
“Quello che non sopporto è la coscienza” dice Ivano De Matteo, riferendosi alla morale di chi vuole sentirsi buono, ma solo fino a quando colui a cui stai dando non comincia anche a prendere, che si tratti dell’attenzione del figlio, dei propri oggetti o semplicemente dell’ordine delle cose che si è diligentemente creato per sé.
Il film è ambientato quasi interamente nella tenuta di Susanna e Alfredo, un giardino creato e coltivato per essere mostrato, per accogliere gli altri e “dare” ma solo fino al punto in cui questo dono soddisfa un proprio bisogno.
Le uniche escursioni da parte della ragazza al di fuori di questa prigione d’oro testimoniano già come la perdita della sua corazza risulterà drammatica: la gita fatta con Giulio, in cui vengono cacciati dalla “proprietà privata” mentre fanno il bagno al lago è una piccola mise en abyme dell’intera sceneggiatura e gli sguardi degli uomini al villaggio sono emblematici del linguaggio principale del film.
Sono soprattutto gli sguardi degli altri ad essere eloquenti: che siano pietosi, amorevoli, sospettosi, rapaci, invidiosi, essi sono sempre traducibili con pensieri egoistici. Ma ci sono anche quelli di Nadja che parla poco ma guarda molto, spettatrice all’inizio smarrita e infine ferita di ciò che la circonda.
I personaggi incarnano delle tipologie forse un po’ scontate ma proprio per questo molto rappresentative dell’ambiente che vuole essere ricreato; soprattutto, Nadja è stata -a detta dello stesso autore- volutamente lasciata “pura”, nel tentativo di lasciare una speranza, una via d’uscita.
La parabola è infatti decisamente discendente: dopo aver tolto a Nadja la corazza che la difendeva dal mondo -quella fatta di mascara e rossetto che era scivolata piano nello scarico della vasca al suo primo bagno- viene rispedita al mondo più nuda di prima.
I soldi che le vengono dati da Alfredo alla stazione rappresentano la sua parcella. Anche “la bella gente” alla fine l’ha comprata per soddisfare un proprio desiderio, esattamente come ha sempre fatto quella “brutta”.
11 commenti
marco barsotti
Giusta la tua conclusione, che peraltro non e’ stata citata ieri nell’infinito dibattito (mi sembrava di essere negli anni 70!) di ieri.
Complimenti al regista, e a questa nostra bellissima citta’ che lo ha lungamente applaudito.
Apolline
Un film difficile pour un vendredi soir … C’est vrai, nous en sommes tous là … nous voulons bien aider … mais pas bouleverser nos vies … Encore que vraiment, il soit difficile de s’identifier à cette famille de “bobos” …
Néanmoins,je crois surtout que ce film – que je n’ai pas vu – si j’en crois ta note, évoque plutôt la toute-puissance dans laquelle se trouvent certaines familles “aisées” … En effet, l’aide ne peut venir d’une famille individuellement : c’est le corps social dans son ensemble qui doit s’impliquer. J’ai déjà travaillé avec une association qui s’appelle ” LE NID ” et qui s’occupe justement de recueillir et mettre à l’abri des prostituées. Naturellement, l’approche et les moyens mis en oeuvre par une association, n’ont rien à voir avec l’approche de ce problème qu’avait la famille dans le film.
Pour revenir au film, je trouve déchirant que la mère songe à faire échapper “son fils” à un “danger” … et que son propre mari, instance tierce, gère le problème en respectant les places de chacun assignées par la société : il est “séduit” par cette fille, mais il la paye … ainsi, la morale est sauve ! …
Bises à vous deux, chers amis.
anto
c’est une considération très aigüe, surtout venant de quelqu’un qui n’a pas vu le film (mais ça ne m’étonne pas… ;D).
Le film est distribué en France en 18-20 copies, donc je pense que tu auras l’occasion de le voir à Paris! bisous Apolline!
Apolline
Je vais te faire rire : j’enseigne à mes étudiants, comment faire une note de synthèse … Je leur dis que s’ils se débrouillent bien [et s’ils ont travaillé, s’ils connaissent par coeur leur programme de cours et donc tous les thèmes du dossier de 50 pages dont on leur demande de faire une synthèse], ils peuvent faire la note à partir du seul sommaire qui énonce les documents, sans se casser la tête à les lire eux-mêmes … ou alors, juste les lire en diagonales ! … :)))
anto
::)))))))))) ….tu as ben appris ta leçon! 😉
Apolline
J’irai voir le film et je penserai bien à vous. Bisous
Apolline
Mais oui ! … Ceux qui réussissent travaillent moins que les autres, mais avec méthode :)))))
Apolline
Je pense à toi, car j’écoute LA MER, de Claude DEBUSSY que j’aime énormément [ami de Camille Claudel qui lui a offert son oeuvre sublime : ” La Valse “.
Tu peux l’écouter ici http://www.deezer.com/fr/music/claude-debussy#music/claude-debussy
Cela te consolera de ce film et de cette jeune fille si vulnérable …
anto
merci Apolline! je vais l’écouter tout de suite!
tu sais? cet après-midi on a été pour la première fois se brozer à la plage…. il faisait vraiment chaud à l’abri du vent, tout près du mur qui côtoie la plage… la mer, sa couleur, sa voix et le soleil me font tellement du bien… quand je suis rentrée chez moi j’étais renouvelée, complètement ressaisie et prête à tout regarder d’un oeil nouveau! :)))
bisous Apollline!
Apolline
C’est vrai ? J’ai le coeur serré de penser que le printemps est déjà là, que vers chez toi, les amandiers fleurissent … Tu te souviens l’année dernière, quand vous êtes venus le 15 mars, c’était l’hiver … tout gris, profond … Il fait plus doux depuis hier … mais je mets quand même ma Doudoune [YSL ! …:)))] par dessus mon manteau ! …
Ecoute Debussy, tu vas halluciner … Bisous.
anto
l’hiver dernier a été beaucoup plus rigide… il avait neigé plusieurs fois même ici et je me souviens qu’en février on a assisté à l’inauguration du carnival habillés comme si on allait skier! 😀
en mars il faisait déjà beau, mais c’est vrai qu’à Paris on avait trouvé un temps encore gris et froid… heureusement que Paris, c’est beau sous n’importe quel ciel! :))))))
(merci pour Debussy! :-*)