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La voce del mare

Questa notte mi ha svegliato il rumore delle onde. Una voce sorda, continua e regolare che si insinuava dallo spiraglio della finestra appena socchiusa.
Mi è sembrato un suono così familiare, tanto che per tutta la mattina ho poi continuato a pensare quale episodio, vacanza o ricordo potesse evocarmi un rombo così possente di onde che si infrangono sulla costa.
Non mi è venuto in mente niente.

Sono stata un po’ ad ascoltare la voce del mare: cupa, potente e insistente non era affatto inquietante, anzi, come tutti i rumori sordi e costanti aveva qualcosa di rilassante: assieme al respiro del marco e al tepore della mitzi sui miei piedi ha cullato per un po’ i miei pensieri che sono restati sereni, nonostante là fuori urlasse la bufera.

Diverso l’effetto della vista del mare oggi.
La massa dell’acqua che si sposta con una tale potenza ha qualcosa di titanico e primordiale. Ti fa sentire piccolo e impotente di fronte alla natura.
Tutto diventa più pesante quando il mare è in burrasca: la consistenza della materia, il respiro del vento e il cielo che sembra caderti addosso.

La spiaggia era quasi completamente sparita, trasformata in schiuma frizzante, acqua prepotente e vapore salato.

2 commenti

  • marco(a)

    Oggi i colori erano veramente belli, e forse solo l’ultima foto rende loro giustizia…a me ha meravigliato vedere come la parte “verde” del mare, normalmente qualche decina di metri dalla spiaggia, si estendesse invece fino quasi all’orizzonte.

    E poi c”e’ stato l’episodio degli uomini-rana che cercavano chissà cosa, in mezzo a quelle onde!