O forse qualche giorno fa. Ma con il grigio di oggi non sembrerebbe possibile che solo poco tempo fa si potesse stare così, a prendere quella che probabilmente è stata l’ultima tintarella dell’anno.
Cavolo … come è piccolo il mondo … Pensa che nel 1986 insieme a 2 miei amici siamo partiti in treno armati di zaino e tenda, senza una meta precisa ma con l’intenzione di fare “un giro sulla riviera ligure e casomai sconfinare in Francia”. Dopo 2 gg in cui pure essendo in campeggio ci stavano spennando, abbiamo modificato il target del viaggio in “andiamo da qualche parte in Francia e poi vediamo”. A Nizza nell’ufficio turistico della stazione ferroviaria nessuno parlava qualcosa di diverso dal francese (inglese pochissimo, italiano assolutamente niente), per cui alla fine comunicando a gesti ci hanno indicato Cagnes-sur mer. Era domenica, e pure essendo estate non c’era nessun ufficio turistico aperto e i servizi pubblici erano ridottissimi, per cui abbiamo vagato a piedi (con zaini, sacche tenda) per ore finchè abbiamo trovato un emigrato italiano che ci ha dato indicazioni su un posto dove potevamo trovare un campeggio, ovvero Villeneuve -Lubet Plage. Ci siamo avviati a piedi (sciroppandoci tutto il lungomare sotto il sole) fino a che siamo arrivati in una zona in cui si stagliavano 2 condominii a forma di “onda” uno dei quali è sullo sfondo della foto di apertura del post. Non lontano da lì abbiamo trovato un campeggio (diciamo uno spiazzo recintato o poco più) dove le uniche piazzole libere erano rigorosamente al sole. Però costava poco, e soprattutto eravamo talmente sfiniti che avremmo accettato qualsiasi cosa. Avendo colto la notevole difficoltà a trovare altre sistemazioni abbiamo deciso che il ns giro in Francia si sarebbe limitato a qualche puntatina nei paraggi e soprattutto ad una vancanza di stampo balneare. E tutto sommato siamo riusciti a farci piacere il posto, che 23 anni fa era poco più che niente ma che immagino che abbia avuto uno sviluppo turistico rimarchevole. E di tutto ciò mi è rimasta impressa la sagoma di quell'”onda” di cemento (secondo me orrenda), che al rientro dalle nostre perlustrazioni indicava l’approssimarsi della nostra “base”. Non dirò che mi faccia lo stesso effetto delle torri gemelle per King Kong, o della Torre del Diavolo per Richard Dreyfuss in “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, diciamo che mi riporta a dei ricordi simpatici e un po’ stemperati dal tempo di un posto strano e abbastanza sperduto in cui malgrado tutto siamo riusciti lo stesso a passare delle vacanze divertenti
ehehe… da come la racconti sembra proprio sia stata una bella avventura! 🙂 bello rileggerne le tappe ed immaginarvi, ragazzini, intraprendere questo viaggio così, un po’ improvvisato! 🙂 a dire il vero mi stupisce un po’ che tu abbia trovato tutte queste difficoltà a Nizza, dove ultimamente ci stiamo recando spesso e dove abbiamo trovato sempre tutto molto funzionale. L’italiano lo parlano solo a volte, ma l’inglese ho notato che è parlato quasi da tutti…. forse in 23 anni hanno un po’ mitigato il loro nazionalismo…. 😉 .Del resto credo che l’Italia in questo abbia assai poco da insegnare…. forse solo gli anglofoni parlano meno lingue straniere di noi!!!!! 😀 Anche per quello che riguarda i prezzi, degli alberghi, dei ristoranti e alla fine di tutto un po’, ho notato che sono quasi sempre più bassi che da noi. Il palazzo che vedi sullo sfondo è proprio una delle “vele” (a me ricordano piuttosto quelle, ma in effetti viste dall’alto sembrano proprio delle onde) che ricordi anche tu. Non sono certo delle meraviglie dell’architettura, ma tutto sommato sono diventate parte integrante del paesaggio e, come dici tu, un punto di riferimento per orientarsi nella zona! 😉 La piscina è quella dell’hotel Bahia, un piccolo hotel lì vicino con parco e spiaggia privata, dove, per inciso, la camera doppia costa (in bassa stagione) 62 euro…. !
ps. se ti capita di tornare a Nizza vai a mangiare alla dispensa: troverai delle delizie a prezzi davvero irrisori!
Grazie della dritta sulla Dispensa, che avevo letto sul blog. Eravamo poco più che ragazzini (avevo 19 anni), con velleità da vacanzieri navigati … alla fine ci siamo dovuti accontentare di molto meno di quanto immaginato ma sono di quelle cose che se prese per il verso giusto aiutano a cresere e lasciano ricordi duraturi.
Sul discorso delle lingue straniere credo ci sia una distinzione da fare. Sono d’accordo con te che l’italiano medio abbia scarsa propensione a parlare lingue straniere, ma penso che sia un concetto non applicabile indistintamente anche agli addetti di settori specifici. Stiamo parlando di ricettività turistica, e su questo (quantomeno 23 anni fa) credo che l’Italia non avesse molto da imparare, piuttosto che nulla da insegnare … Ricordo le vacanze da bambino (quindi ben più di 23 anni fa …) in posti dove era normale che anche chi rassettava le stanze parlasse almeno tedesco e francese … Che nel 1986 in un ufficio turistico della stazione dei treni di Nizza (quindi non propriamente aperta campagna) non ci fosse nessuno in grado di spiaccicare 2 parole di inglese (volenti o nolenti lingua internazionale) e niente di italiano (ma proprio niente, e il confine è a meno di 30 km) è una cosa che ci ha alquanto sconcertato, oltre che resa la vita difficile. Ciò nonostante … alla fine è stato bello lo stesso … Grazie mille per aver pubblicato quella foto, mi ha risvegliato ricordi molto gradevoli.
7 commenti
Lara
Siamo ottimisti le previsioni danno per sabato pomeriggio 25 gradi con sole non splendente ma almeno un po di sole 🙂
anto
sì è vero, ho sentito anch’io che migliora! 🙂
(e come non essere ottimisti quando te lo dice un avatar così sorridente? ;D )
bacione Lara!
Suk
[esto es genial] bellisimas fotos 🙂
anto
grazie Suk! buona giornata! 🙂
CorsAir
Cavolo … come è piccolo il mondo …
Pensa che nel 1986 insieme a 2 miei amici siamo partiti in treno armati di zaino e tenda, senza una meta precisa ma con l’intenzione di fare “un giro sulla riviera ligure e casomai sconfinare in Francia”.
Dopo 2 gg in cui pure essendo in campeggio ci stavano spennando, abbiamo modificato il target del viaggio in “andiamo da qualche parte in Francia e poi vediamo”.
A Nizza nell’ufficio turistico della stazione ferroviaria nessuno parlava qualcosa di diverso dal francese (inglese pochissimo, italiano assolutamente niente), per cui alla fine comunicando a gesti ci hanno indicato Cagnes-sur mer.
Era domenica, e pure essendo estate non c’era nessun ufficio turistico aperto e i servizi pubblici erano ridottissimi, per cui abbiamo vagato a piedi (con zaini, sacche tenda) per ore finchè abbiamo trovato un emigrato italiano che ci ha dato indicazioni su un posto dove potevamo trovare un campeggio, ovvero Villeneuve -Lubet Plage.
Ci siamo avviati a piedi (sciroppandoci tutto il lungomare sotto il sole) fino a che siamo arrivati in una zona in cui si stagliavano 2 condominii a forma di “onda” uno dei quali è sullo sfondo della foto di apertura del post.
Non lontano da lì abbiamo trovato un campeggio (diciamo uno spiazzo recintato o poco più) dove le uniche piazzole libere erano rigorosamente al sole.
Però costava poco, e soprattutto eravamo talmente sfiniti che avremmo accettato qualsiasi cosa.
Avendo colto la notevole difficoltà a trovare altre sistemazioni abbiamo deciso che il ns giro in Francia si sarebbe limitato a qualche puntatina nei paraggi e soprattutto ad una vancanza di stampo balneare.
E tutto sommato siamo riusciti a farci piacere il posto, che 23 anni fa era poco più che niente ma che immagino che abbia avuto uno sviluppo turistico rimarchevole.
E di tutto ciò mi è rimasta impressa la sagoma di quell'”onda” di cemento (secondo me orrenda), che al rientro dalle nostre perlustrazioni indicava l’approssimarsi della nostra “base”.
Non dirò che mi faccia lo stesso effetto delle torri gemelle per King Kong, o della Torre del Diavolo per Richard Dreyfuss in “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, diciamo che mi riporta a dei ricordi simpatici e un po’ stemperati dal tempo di un posto strano e abbastanza sperduto in cui malgrado tutto siamo riusciti lo stesso a passare delle vacanze divertenti
anto
ehehe… da come la racconti sembra proprio sia stata una bella avventura! 🙂 bello rileggerne le tappe ed immaginarvi, ragazzini, intraprendere questo viaggio così, un po’ improvvisato! 🙂
a dire il vero mi stupisce un po’ che tu abbia trovato tutte queste difficoltà a Nizza, dove ultimamente ci stiamo recando spesso e dove abbiamo trovato sempre tutto molto funzionale. L’italiano lo parlano solo a volte, ma l’inglese ho notato che è parlato quasi da tutti…. forse in 23 anni hanno un po’ mitigato il loro nazionalismo…. 😉 .Del resto credo che l’Italia in questo abbia assai poco da insegnare…. forse solo gli anglofoni parlano meno lingue straniere di noi!!!!! 😀
Anche per quello che riguarda i prezzi, degli alberghi, dei ristoranti e alla fine di tutto un po’, ho notato che sono quasi sempre più bassi che da noi.
Il palazzo che vedi sullo sfondo è proprio una delle “vele” (a me ricordano piuttosto quelle, ma in effetti viste dall’alto sembrano proprio delle onde) che ricordi anche tu. Non sono certo delle meraviglie dell’architettura, ma tutto sommato sono diventate parte integrante del paesaggio e, come dici tu, un punto di riferimento per orientarsi nella zona! 😉
La piscina è quella dell’hotel Bahia, un piccolo hotel lì vicino con parco e spiaggia privata, dove, per inciso, la camera doppia costa (in bassa stagione) 62 euro…. !
ps. se ti capita di tornare a Nizza vai a mangiare alla dispensa: troverai delle delizie a prezzi davvero irrisori!
CorsAir
Grazie della dritta sulla Dispensa, che avevo letto sul blog.
Eravamo poco più che ragazzini (avevo 19 anni), con velleità da vacanzieri navigati … alla fine ci siamo dovuti accontentare di molto meno di quanto immaginato ma sono di quelle cose che se prese per il verso giusto aiutano a cresere e lasciano ricordi duraturi.
Sul discorso delle lingue straniere credo ci sia una distinzione da fare.
Sono d’accordo con te che l’italiano medio abbia scarsa propensione a parlare lingue straniere, ma penso che sia un concetto non applicabile indistintamente anche agli addetti di settori specifici.
Stiamo parlando di ricettività turistica, e su questo (quantomeno 23 anni fa) credo che l’Italia non avesse molto da imparare, piuttosto che nulla da insegnare …
Ricordo le vacanze da bambino (quindi ben più di 23 anni fa …) in posti dove era normale che anche chi rassettava le stanze parlasse almeno tedesco e francese …
Che nel 1986 in un ufficio turistico della stazione dei treni di Nizza (quindi non propriamente aperta campagna) non ci fosse nessuno in grado di spiaccicare 2 parole di inglese (volenti o nolenti lingua internazionale) e niente di italiano (ma proprio niente, e il confine è a meno di 30 km) è una cosa che ci ha alquanto sconcertato, oltre che resa la vita difficile.
Ciò nonostante … alla fine è stato bello lo stesso …
Grazie mille per aver pubblicato quella foto, mi ha risvegliato ricordi molto gradevoli.