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Kennedy Space Center

“coperto di sabbia, di asfalto e di sale marino il luogo è così brutto che, quando ci sei non ti resta che andar sulla luna dove, se non è meglio, peggio non è”

La frase è di Oriana Fallaci, all’epoca inviata dell’Europeo per commentare gli storici momenti dello sbarco sulla luna.
Nulla di meno corrispondente alla realtà! Infatti l’area su cui sorge lo Space Center è un enorme parco naturale , coperto di vegetazione lussureggiante e abitato da una fauna ricchissima, che i dipendenti della NASA si premurano di far scappare con apposite sirene qualche giorno prima di ciascun lancio, per evitare che il rumore li uccida.


Il paesaggio è ampio, verde e silenzioso, sugli alberi si scorgono nidi di aquile americane e nelle acque nuotano i coccodrilli.

rampa di lancio

nido di aquila

Ma passiamo al tour riservato ai visitatori del centro. Il nostro comincia dallo Space Shuttle, il cui prototipo campeggia accanto allo Shuttle Launch Simulator.

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L’ampiezza della stiva è impressionante, ma dopo aver visto le parti della stazione spaziale che deve trasportare viene comunque da domandarsi come faccia a contenerle. Un altro paragone che è inevitabile fare è il confronto dimensionale con il Satuno V, ma quello lo vedremo tra un po’.

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Lì accanto sorge lo Shuttle Launch Simulator, un’esperienza virtuale che fa provare l’emozione di un lancio nello spazio. Il simulatore crea l’impresssione di un lancio in verticale, con la spinta gravitazionale della terra, le vibrazioni dei razzi vettori che si staccano nel vuoto e la sensazione di fluttuare in assenza di gravità.

shuttle launch simulator

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In questa parte del centro la maggior parte delle esibizioni si riferiscono alle prime esperienze di viaggi nello spazio, a cominciare dal “Rocket Garden”, in cui troviamo anche il Saturn 1B, dell’altezza di 110 metri.

rocket garden

saturn 1B

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capsula dell’apollo

In quesa area troviamo anche alcune ricostruzioni delle capsule per le missioni Mercury, Gemini e Apollo: è impressionante vedere gli ambienti ridottissimi in cui dovevano viaggiare questi autentici pionieri dello spazio.
Un’esposizione vicina mostra reperti, ambienti e oggetti che ci ricordano queste prime eccezionali esperienze. Altre mostre e film (fra i quali anche una proiezione IMAX in 3D) sono visibili in questa prima parte del centro.

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discovery

Ma il momento clou del nostro giro è rappresentato dall’incontro con lo Space Shuttle.
Eccolo: è il Discovery!
Siamo stati davvero fortunati perché lo stavano trasportando alla rampa per prepararlo al lancio inizialmente previsto per il 25 agosto, ma già rimandato ai primi di settembre. È necessario infatti circa un mese di allestimento prima che sia pronto alla partenza, ma se fossimo arrivati qualche giorno dopo sarebbe stato interamente ricoperto dalla struttura che si intravede nelle foto successive e che serve a ripararlo dagli agenti atmosferici e da possibili danneggiamenti.

Il trasporto avviene su gigantesche corsie attraverso i Crawler Transporters, i veicoli più pesanti del mondo (2722 tonnellate) che trasportano la navetta dal VAB (Vehicle Assembly Building) alla rampa di lancio alla velocità di circa un chilometro all’ora. Normalmente impiega sei ore ma martedì ne ha impiegate undici, a causa del fango lasciato dal temporale della sera precedente.

crawler transporter

corsie (sono 2 separate dall’erba)

VAB

Bellissimo il Discovery, accoppiato al suo External Tank (che da giallo diviene a mano a mano rosso a causa della luce del sole) e agli External Solid Boosters, che vengono recuperati in mare dopo ogni lancio e che possono essere riutilizzati fino a 25 volte:

La vista sulle rampe di lancio è affascinante. Lo Shuttle attualmente parte solo dalla 39 A, in quanto la 39 B è ora in fase di allestimento per la futura missione Ares, che nei prossimi decenni ci porterà nuovamente sulla Luna e poi su Marte.

39 A

39 B

39 B

VAB

Un’altra sosta emozionante è quella al padiglione che contiene il Saturno V completamente restaurato. Qui si assiste anche a uno spettacolo che riproduce il momento dello sbarco dell’uomo sulla luna.

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Quasi inquietante pranzare sotto il Lem originale utilizzato per la missione Apollo 14…

lem

Le missioni Apollo hanno qui la loro celebrazione, che coincide in questi giorni con il 40° anniversario del primo sbarco dell’uomo sul suolo lunare.

capsula apollo 14

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rover lunare

L’ultima tappa del tour è dedicata alla Space Station, la stazione spaziale internazionale nella quale vengono realizzati esperimenti sulla microgravità. Interessante notare come numerosi parti destinate alla sua costruzione siano di fabbricazione italiana.

space station

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Prima di lasciare il centro, un ultimo sguardo al passato, in memoria di tutti gli astronauti che hanno perso la vita nelle missioni spaziali:

Austronaut memorial

e uno al futuro, verso il prossimo programma Constellation, che si propone di tornare coraggiosamente ad esplorare lo spazio, anziché girare a vuoto attorno alla terra

capsula orion

 

 

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