Centochiodi
Il film di Ermanno Olmi in programmazione stasera su Sky Cinema mania
a volte, le coincidenze…
Un giovane professore di Filosofia della religione (Raz Degan) con un gesto simbolico di ribellione – “crocifigge” letteralmente cento preziosi manoscritti della biblioteca universitaria, inchiodandoli al suolo – abbandona la propria vita di intellettuale affermato, scompare senza lasciare alcuna traccia e, mentre le forze dell’ordine lo cercano per quel vandalismo sacrilego, sceglie di stabilirsi in un cascinale in rovina lungo le rive del fiume Po, dove «impara a vivere con lentezza, a entrare in sintonia con la natura» e viene accolto con semplicità dagli abitanti del luogo, che lo chiamano, scherzosamente ma non troppo, Gesù, per il suo aspetto e la sua scelta di vita.
Entrato a far parte della comunità, partecipa alle feste di paese, viene aiutato a ricostruire il rudere che ha scelto come casa, il suo silenzioso carisma conquista tutti, ma fa amicizia in modo particolare con un giovane postino (Andrea Lanfredi) ed una ragazza che lavora in panetteria e si infatua di lui.
Viene infine trovato dai Carabinieri quando cerca di utilizzare la propria carta di credito per aiutare i suoi nuovi amici, pesantemente multati per le costruzioni abusive a ridosso degli argini, nelle quali trascorrono le loro giornate. Ammette la responsabilità del proprio gesto ed ottiene gli arresti domiciliari, ma non ritorna più nella sua casa sul fiume, dove è atteso invano.Le immagini spelndide e la ricostruzione intensamente poetica di ambienti e personaggi mi hanno fatto apprezzare molto il film, per la recensione del quale rimando alle acute osservazioni di Alessandro Izzi, di cui riporto qui le ultime considerazioni:
“Centochiodi ha momenti di intenso lirismo. In esso si coglie spesso l’infinito respiro della Natura, mentre l’antica leopardiana poesia degli umili si ammanta di una precisa nostalgia di se stessa dal momento che quegli umili cominciano a non esistere più. L’ultimo personaggio olmiano, l’ultima figura partorita dalla mente e dal cuore di quello che resta il nostro ultimo maestro più anziano, finisce allora per aggirarsi nel cuore di un canto che è museo di se stesso. E qui sta il limite (rispetto ai due film precedenti), ma anche il fascino di un film tanto importante quanto triste.
D’ora in poi la firma di Olmi accompagnerà solo documentari. Il regista, dopo un viaggio filmico tra i più folgoranti, compie il ciclo e ritorna alle sue origini, agli inizi. E un cerchio si chiude. Fino in fondo, umano.”
Un saluto particolare e un grazie speciale al “postino Davide” che giovedì sera ci ha recapitato a Milano una bella sorpresa!
3 commenti
marco(a)
stranissima combinazione vedere questo film subito dopo aver conosciuto Andrea.
marco(a)
(ps: incredibile Fiorello anche durante “Le mamme dei miei amici”
anto
ridi ridi… intanto è apparso un promo nell’angolino in basso anche durante i titoli di coda di centochiodi…. !!!